Dopo aver preso in ostaggio il bilancio 2021-27 dell’Unione europea e il Recovery fund, Viktor Orbán ieri ha iniziato a cercare di arruolare l’Italia e gli altri paesi con maggiori difficoltà economiche nella sua battaglia contro lo stato di diritto. La strategia è di dividere i 25 stati membri che sostengono il compromesso raggiunto sul meccanismo per vincolare i fondi comunitari al rispetto di princìpi basilari come l’indipendenza della giustizia. Il metodo è quello di un gangster che invia minacce velate ma perfettamente comprensibili. “Dobbiamo fornire i fondi necessari ai paesi in difficoltà il più presto possibile”, ha detto Orbán nella sua intervista settimanale alla radio pubblica. Il premier ha ribadito il veto di Ungheria e Polonia: “Il nostro rifiuto è di ferro”.
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