Il governo francese giovedì ha lanciato una campagna “massiccia e senza precedenti” contro l’islam radicale, mettendo in atto misure volte a combattere “il fenomeno dell’estremismo religioso”. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha indicato ben 76 moschee sospettate di “separatismo” che potrebbero andare incontro alla chiusura. Darmanin ha usato parole chiare, parlando del “nemico interno”. A ottobre, Emmanuel Macron aveva annunciato un piano per contrastare il “separatismo islamico”, si era schierato a difesa della pubblicazione di vignette su Maometto e aveva descritto l’islam come una religione “in crisi”, provocando rivolte, boicottaggi e furore nel mondo musulmano. Il 16 ottobre, il professor Samuel Paty è stato decapitato per avere mostrato ai suoi studenti le vignette. Tredici giorni dopo c’è stato l’attacco in una cattedrale della città di Nizza, con tre morti.
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