Chi credeva che il rais egiziano al Sisi sarebbe stato più clemente perché è in visita a Parigi (dov’è la moglie? Non si vede mai. Ma non si presenta come un campione della battaglia contro gli islamisti?) e che quindi lo studente Patrick Zaky sarebbe stato scarcerato per dare un segnale di distensione si è dovuto ricredere. La Corte “antiterrorismo” del Cairo ha deciso che Zaky resta in carcere per altri 45 giorni. Il segnale c’è, ma va nella direzione opposta. Il rais egiziano è in visita a Parigi, sta stringendo affari anche militari con Macron, ha ordinato di liberare tre persone che lavoravano nella stessa ong di Zaky perché Macron ha chiesto il loro rilascio, ma Zaky, che studia a Bologna, resta dentro. Al Sisi dice senza parlare: faccio quello che voglio, decido io. Capito il messaggio, italiani che ancora vi ostinate a chiedere trasparenza sul caso di Giulio Regeni, lo studente italiano trucidato al Cairo quasi cinque anni fa?
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