La svolta moderata ed europeista della Lega, più volte annunciata da Giancarlo Giorgetti, è perennemente rinviata a domani. L’ultimo esempio c’è stato ieri, quando i deputati europei della Lega si sono astenuti al Parlamento europeo sul regolamento sulla Recovery and Resilience Facility, cioè il principale pilastro del Recovery fund, che permetterà all’Italia di ricevere 209 miliardi per rilanciare l’economia dopo la crisi da Covid-19. La motivazione è arrivata tramite un comunicato firmato dall’ala No euro del partito di Matteo Salvini: il responsabile Economia Alberto Bagnai, il capogruppo di Identità e democrazia al Parlamento europeo Marco Zanni e il capo-delegazione degli eurodeputati leghisti Marco Campomenosi. “I soldi del Recovery plan? Due terzi sono a prestito, da rendicontare entro il 2026, da restituire entro il 2056. Ma per averli il Regolamento impone di rispettare le regole dell’austerità, quelle che l’Europa ha sospeso per combattere il Covid”, si legge nella nota: “Quando le regole torneranno in vigore, l’Europa potrà imporci le solite politiche” come “azzeramento di quota 100 e aumento dell’età per andare in pensione”.
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