editoriali
La Merkel si scusa
Le vicende elettorali tedesche condizionano tutta l’Ue. Non è una buona notizia
L’errore è mio e soltanto mio, me ne prendo tutta la responsabilità e chiedo scusa ai cittadini per la confusione e l’incertezza che questo errore ha causato. Per due volte Angela Merkel si è scusata per aver introdotto un lockdown cosiddetto “duro” per la pausa pasquale: troppo poco preavviso, troppe restrizioni, non si può fare. Dietro alla lucida (e forse unica) ammissione della cancelliera tedesca ci sono pressioni molto insistenti sia da parte dei governatori — le riunioni con i Länder sono diventate un tormento — sia da parte dei partiti dell’opposizione, che al Bundestag hanno sostenuto la necessità di un voto di fiducia sul governo, e sia da parte dei sondaggi che registrano nelle ultime settimane un costante calo nei confronti dell’esecutivo e del partito della Merkel, la Cdu.
Naturalmente poi c’è il contesto di sicurezza sanitaria: la cancelliera dice che la variante inglese del coronavirus è molto pericolosa, soprattutto per fasce di età più giovani, e quindi non si può abbassare né la guardia né le restrizioni. Ma se fino a qualche tempo fa l’approccio puramente scientifico, così congeniale alla scienziata Merkel, era sufficiente ed efficace, oggi si ammonticchiano gli scandali attorno alla Cdu, c’è stato l’Astracaos, come lo chiamano i giornali tedeschi (il caos su AstraZeneca), c’è il ministro della Salute Spahn invischiato in affari non chiari sull’acquisto di mascherine (è coinvolto suo marito): insomma la transizione del post Merkel è cominciata e incertezza, rivalità, ripicche hanno il sopravvento. Questo non vale soltanto per la Germania: tutta la politica europea sarà condizionata nei prossimi mesi dalla priorità elettorale del governo Merkel. Succede sempre così, ancor più ora che c’è da gestire una transizione tanto epocale. E no, non è una buona notizia per l’Ue.