Editoriali
Boris riparte dai tamponi
Test test test, dice il premier inglese. Molte polemiche sul pass vaccinale
Nel piano per la riapertura presentato ieri dal primo ministro britannico, Boris Johnson, i tamponi hanno un ruolo fondamentale. Sono una delle chiavi necessarie per andare avanti nella “road map to freedom”, per rispettarne tutte le tappe che il premier aveva annunciato già a fine febbraio. Il governo britannico effettuerà tamponi a tappeto in tutto il paese: a tutta la popolazione sarà data la possibilità di fare test gratuiti, due a settimana. L’obiettivo è di limitare i casi di positività tra chi ancora non ha ricevuto il vaccino e nello stesso tempo monitorare la diffusione di nuove mutazioni.
Ma oltre alla questione sanitaria, i tamponi hanno anche uno scopo politico. Vorrebbero essere una strategia per placare le polemiche sul certificato di immunità, cui molti sono contrari, in modo stranamente bipartisan: l’ala più radicale del Labour e la frangia libertaria dei Tory. Anche il leader laburista, Keir Starmer, ha definito il certificato e la possibilità di essere costretti a mostrare un documento per entrare in un pub come qualcosa di “anti britannico”, e ha lasciato intuire che a differenza di quanto è avvenuto fin dall’inizio della pandemia, il Labour stavolta potrebbe votare contro la proposta del governo. Attraverso i tamponi di massa, Johnson vuole dimostrare che il nuovo corso non sarà discriminatorio verso coloro che non hanno ancora avuto il vaccino.
“Ci sono molte questioni etiche. Tante persone non potranno essere vaccinate per ragioni mediche o perché sono in stato di gravidanza”, ha detto il premier che ieri ha chiarito quali sono i tre requisiti per avere il certificato di immunità: la vaccinazione, il tampone negativo o lo sviluppo degli anticorpi nei sei mesi precedenti. Sui viaggi il governo ha spiegato che per il momento è previsto un sistema in tre fasce per fare ripartire il turismo, ma per le date bisogna attendere. Si guarda con curiosità e ambizione a questa marcia verso la libertà, che però bisogna rispettare tappa dopo tappa, senza correre, tenendo a mente gli sforzi fatti, e gli intoppi possibili.