editoriali
La Cina si affida a BioNTech
Dopo tanta guerra geopolitica sui vaccini, è Pechino ad aver bisogno dell’Ue
La Cina si affiderà a un vaccino prodotto nell’Unione europea per immunizzare una parte della sua popolazione contro il Covid-19, dopo che anche le sue autorità sanitarie hanno dovuto riconoscere che i vaccini cinesi sono meno efficaci di quelli occidentali. Secondo il Wall Street Journal, Pechino dovrebbe approvare il vaccino della tedesca BioNTech prima di luglio, anche se il calendario sarebbe soggetto a scelte politiche (il governo cinese vorrebbe che prima i suoi vaccini fossero inseriti nella lista di emergenza dell’Oms). Gao Fu, il capo del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha fatto mezza marcia indietro dopo aver detto che i vaccini cinesi “non raggiungono tassi di protezione molto alti”. Ma propaganda e censura non possono nulla contro i dati raccolti dove la Cina ha esportato Sinopharm o Sinovac.
Il Cile ieri ha pubblicato uno studio su 10,5 milioni di persone secondo il quale Sinovac ha dimostrato un’efficacia nel prevenire il 67 per cento dei casi sintomatici e l’80 per cento dei decessi. A dicembre BioNTech aveva firmato un accordo con Shanghai Fosun Pharmaceutical Group per consegnare 100 milioni di dosi nel 2021 alla Cina (è l’unico paese in cui la società tedesca non collabora con Pfizer). Ma Pfizer e BioNTech stanno già esportando a Hong Kong dove il loro vaccino viene somministrato il doppio di quello di Sinovac.
Così la potenza del XXI secolo, che doveva inondare il mondo con i suoi vaccini per vincere la battaglia geopolitica del Covid, ora si deve affidare alla decadente Europa dove ricerca e innovazione continuano a essere all’avanguardia. L’Ue sta lavorando per diventare il primo produttore al mondo con una capacità di 3 miliardi di dosi l’anno entro fine 2021. Senza l’Europa il mondo non uscirà dalla pandemia. Invece di continuare a lagnarsi, l’Ue dovrebbe iniziare a rivendicarlo e a imparare dalla Cina a usare i vaccini come arma geopolitica.