Michel Barnier (foto Ap)

editoriali

La lezione di Barnier sull'Europa

Redazione

La Brexit è un fallimento dell’Ue, che adesso ha molte sfide da vincere

Il Parlamento europeo oggi ha votato a favore della ratifica dell’accordo commerciale e di partnership tra l’Ue e il Regno Unito che regolerà le relazioni tra le due sponde della Manica nell’èra post Brexit. Il risultato sarà annunciato mercoledì mattina, ma l’esito è scontato. Il via libera permette di evitare definitivamente il ritorno dei dazi e delle quote della Wto, che avrebbero avuto un effetto dirompente sull’economia britannica e (in misura minore) europea. Gli effetti della Brexit reale si fanno comunque sentire. Secondo i dati Eurostat di gennaio e febbraio, le esportazioni dell’Ue verso il Regno Unito sono calate del 20,2 per cento rispetto allo scorso anno, mentre quelle britanniche sono crollate del 47 per cento.

Rimangono inoltre diversi problemi. Il più allarmante riguarda l’Irlanda del nord, dove è tornata la violenza a causa del compromesso voluto da Boris Johnson sulla frontiera interna al Regno Unito che è inaccettabile per gli unionisti. Anche alcuni pescatori francesi sono sul piede di guerra perché Londra non ha ancora concesso loro le autorizzazioni per pescare. Eppure, intervenendo per l’ultima volta davanti al Parlamento europeo, ieri l’ex capo negoziatore dell’Ue Michel Barnier ha voluto parlare di altro. “Abbiamo molto più in comune di quello che ci divide”, ha detto Barnier, citando Jo Cox, la parlamentare laburista pro Ue assassinata poco prima del referendum. Ma la Brexit “è un divorzio, un avvertimento e un fallimento dell’Ue”, ha aggiunto Barnier: “Non dobbiamo confondere sentimento popolare e populismo e dobbiamo  continuare a mostrare il valore aggiunto” dell’Ue. La lezione di Barnier è saggia e va ascoltata. La sfida per l’Ue sarà di far capire ai cittadini che le soluzioni ai grandi problemi della nostra epoca – dalla pandemia alla pauperizzazione delle classi medie, passando per la Cina – si trovano in Europa e non in un nazionalismo rancoroso e distruttivo.

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