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Editoriali

Il fronte quotidiano della Nato

Redazione

Il premier spagnolo in Lituania interrotto da un’intimidazione russa

"Dobbiamo andare”, ha detto il premier spagnolo, Pedro Sánchez, al presidente lituano, Gitanas Nauseda, mentre erano in conferenza stampa insieme nella base militare della Nato di Siauliai, nel nord della Lituania. I due avevano cominciato a parlare da alcuni minuti quando gli equipaggi dei jet parcheggiati poco distante hanno iniziato a correre e a prepararsi per partire. Un pilota si è avvicinato a Sánchez, gli ha spiegato qualcosa all’orecchio e poi il premier ha invitato Nauseda ad allontanarsi. Poco dopo si è saputo che i radar avevano individuato un jet russo nello spazio aereo lituano senza dare alcuna informazione sulla propria rotta: era partito dall’enclave russa di Kaliningrad. Un’incursione di quelle che gli aerei militari russi fanno con una certa frequenza, senza permesso.

  
Sánchez era a Siauliai per celebrare l’alleanza e la solidarietà della Nato nella missione di difesa baltica dove da fine aprile sono presenti gli Eurofighter spagnoli (nella base militare di Amari, in Estonia, ci sono quattro F-35 italiani che partecipano alla stessa missione). L’attività di routine di questa missione è il controllo dei mezzi russi che volano dalla Russia a Kaliningrad senza fornire informazioni sui propri piani di volo, un’attività che è spesso vissuta come una provocazione, tanto che la Nato ha organizzato un’operazione di pattugliamento dedicata nei Paesi baltici, che più si sentono vulnerabili rispetto alla Russia (la missione è partita dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca, quando le incursioni russe sono aumentate). Dopo che i jet sono partiti, la conferenza stampa è ricominciata, Nauseda ha ringraziato Sánchez e ha detto che il piccolo intermezzo del giorno aveva mostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto la solidarietà della Nato sia necessaria. Ogni settimana, la missione baltica intercetta due o tre aerei della flotta di Vladimir Putin.