editoriali
Le ritorsioni della Cina
Cosa c’entra Huawei con le condanne di Pechino contro cittadini canadesi
Cinque mesi dopo l’inizio del processo a porte chiuse, ieri il tribunale cinese di Dandong ha condannato l’imprenditore canadese Michael Spavor a 11 anni di carcere con l’accusa di “spionaggio e fornitura illegale di segreti di stato all’estero” e al pagamento di una multa di 50.000 yuan (circa 6.500 euro). Spavor gestiva un’attività di consulenza specializzata in organizzazione di scambi culturali, turismo e investimenti con la Corea del nord. Insieme a lui è in attesa di verdetto anche l’ex diplomatico e analista canadese del think tank International Crisis Group, Michael Kovrig – entrambi hanno trascorso più di 975 giorni di carcere. Secondo il Global Times Spavor avrebbe fornito informazioni riservate e segreti di stato al collega Kovrig.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato che il verdetto “arriva dopo oltre due anni e mezzo di detenzione arbitraria, mancanza di trasparenza nel processo legale e un processo che non ha soddisfatto nemmeno gli standard minimi richiesti dalla normativa internazionale”. Il giorno prima della condanna il tribunale cinese di Liaoning ha respinto il ricorso di un altro cittadino canadese, Robert Lloyd Schellenberg, contro la sua condanna a morte per traffico internazionale di droga. Le condanne di Schellenberg, Spavor e Kovrig non sono una coincidenza; sarebbero l’ultima mossa del regime comunista in quella che è vista in Canada come una ritorsione politica per l’arresto a Vancouver di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria della società cinese Huawei e figlia del fondatore dell’azienda, che rischia l’estradizione negli Stati Uniti. “Questi procedimenti sono un palese tentativo di usare gli esseri umani come leva di contrattazione, una pratica fermamente condannata dalla comunità globale e incompatibile con gli impegni internazionali in materia di diritti umani della Cina”, ha affermato David Meale, l’incaricato d’affari dell’ambasciata statunitense a Pechino.
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