editoriali
Un anno di repressione
Il 20 agosto Navalny venne avvelenato, oggi Putin cerca gli attivisti casa per casa
Alexei Navalny è stato condannato a due anni e mezzo da trascorrere in una colonia penale, a Pokrov, conosciuta per il regime di detenzione particolarmente duro. Ora un tribunale ha aperto un altro processo contro di lui, la pena potrebbe aumentare ad altri tre anni. Così, l’oppositore rimarrebbe lontano dalla politica oltre le presidenziali del 2024. Non avrebbe molte possibilità di vincere, ma quello che spaventa sarebbe la mobilitazione, le proteste che Navalny sarebbe in grado di organizzare. Per questo il Cremlino, che per mesi ha cercato di cancellare l’oppositore e il suo movimento, che adesso viene considerato un’organizzazione estremista dalla legge russa, ha deciso di mettere in atto una repressione sistematica: casa per casa.
Mercoledì notte, la polizia di Mosca ha fatto irruzione negli appartamenti di ex sostenitori di Navalny. La lista di chi in passato ha fatto parte della sua squadra qualche mese fa era stata messa online. I funzionari da tempo cercano chi ha partecipato alle manifestazioni che ci sono state in sostegno dell’oppositore ed è iniziata una caccia fatta al millimetro. Molti ragazzi che hanno partecipato alle proteste non hanno neppure l’età per votare, hanno solo voglia di una Russia diversa, migliore, in cui chi sfida il presidente non venga avvelenato. Tanto più che proprio un anno fa, il 20 agosto, l’oppositore è stato portato d’urgenza all’ospedale di Omsk per un improvviso malore causato, hanno stabilito tre diversi laboratori, da un attacco con un agente nervino: il Novichok. Oggi la Russia celebra quindi uno dei suoi anniversari più tristi, un anno di repressione crescente, finalizzata a togliere di mezzo qualsiasi minaccia al presidente Vladimir Putin e ai suoi collaboratori. E’ stata una repressione ben orchestrata e i risultati potremmo vederli a breve alle elezioni per rinnovare la Duma a settembre: molto difficile partecipare se non si fa parte del partito del presidente, Russia Unita. Il Monde ieri ha pubblicato un articolo per ricordare che tutto quello che sta accadendo in Russia ha a che fare con la corruzione.