Editoriali
Il voto inutile di Trudeau
Il premier canadese non stravince e tutti dicono: era proprio necessario?
Justin Trudeau è “arrivato” dove era partito, cioè le elezioni anticipate volute dal premier canadese in un momento di forza (nei sondaggi) non hanno cambiato nulla: il suo partito liberale vince ma non ha la maggioranza. Il calcolo di agosto di Trudeau si fondava probabilmente su premesse sbagliate: si sentiva più forte del passato perché il paese si era molto unito durante la campagna vaccinale. A differenza di molti paesi, il Canada non è stato funestato da battaglie no vax feroci anche se sul pass sanitario ci sono state molte discussioni e i conservatori hanno finito per scontare un po’ della loro politica vaga sulla necessità del vaccino.
In particolare è stato il caso dell’Alberta a determinare la vittoria di Trudeau sul rivale Erin O’Toole: in Alberta c’è un leader conservatore che non ha voluto introdurre alcuna obbligatorietà del vaccino e i dati del contagio sono preoccupanti, al punto che c’è chi ha parlato di un imminente collasso degli ospedali. All’ultimo l’Alberta ha cambiato approccio, ma O’Toole, che non ha mai chiesto ai suoi chi fosse vaccinato e che ha lasciato libertà di scelta, è stato in parte penalizzato.
Ma l’effetto finale per Trudeau non è comunque positivo. Il premier ha vinto tre elezioni di fila (158 seggi su 338) ma dovrà governare in minoranza e questo sta diventando sempre più complicato in termini di efficacia. Soprattutto, Trudeau sarà costretto a cancellare questo voto dalla memoria collettiva: gli dicono che ha tirato su un’elezione per ambizione personale, senza altra ragione – un voto non necessario organizzato per vanità e per seguire i sondaggi. Se poi questa elezione non la stravinci, resta solo l’amarezza di un voto inutile.
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