editoriali
Il vero pull factor per i migranti è non regolarizzare
L’Unione europea contro chi sfrutta immigrazione e lavoro in nero. All’Italia fischiano le orecchie
"Il 70 per cento del lavoro in Europa è irregolare. Ed è questo il vero pull factor dell’immigrazione illegale, per i migranti e per i trafficanti”, ha dichiarato mercoledì il commissario agli Affari interni dell’Ue, Ylva Johansson, durante una conferenza stampa a Bruxelles. La ragione di numeri così elevati, secondo il commissario, sta nel fatto che “le direttive europee non sono adottate come dovrebbero dai paesi membri”. Per questo, Johansson ha annunciato verifiche più stringenti da parte della Commissione sul processo di regolarizzazione delle condizioni lavorative dei migranti nei paesi dell’Ue, soprattutto nei confronti di quelli che non applicano le sanzioni alle imprese che occupano migranti illegali. In Italia il giro d’affari fra caporalato e agromafie, secondo un recente rapporto Eurispes, supera i 24 miliardi di euro.
A causa della pandemia, Coldiretti e Confagricoltura lo scorso anno avevano lamentato un’enorme mancanza di manodopera soprattutto nel settore agricolo. Fu l’allora ministro per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, a proporre una sanatoria per regolarizzare tutti quei migranti, soprattutto i braccianti sfruttati nei campi, senza diritti e – di converso – senza doveri. Un’iniziativa virtuosa, quella proposta da Bellanova, che avrebbe dovuto portare alla concessione del permesso di soggiorno a oltre 200 mila migranti irregolari che lavoravano senza contratto, un’enormità in un paese che si è sempre preoccupato più a criminalizzare chi arriva in Italia piuttosto che a creare canali di accesso legali. La sanatoria pensata da Bellanova, però, non è stata sostenuta adeguatamente dal sistema burocratico, e dopo un anno solo 11 mila domande sono state analizzate dalle prefetture. A Roma, delle 16 mila presentate, nessuna ha compiuto l’iter di concessione del permesso di soggiorno. Un vero peccato, perché, come ha ricordato ora l’Ue, non sono le logiche securitarie e oltranziste quelle in grado di gestire e trarre vantaggi da fenomeni globali come l’immigrazione.