editoriali
Le femministe contro Miss France
La denuncia di un’associazione. La presidente del concorso: mai tante iscrizioni
Fino allo scorso anno, Osez le féminisme (Olf), associazione femminista con sede a Parigi, si limitava a lanciare appelli o a organizzare happening per denunciare l’insopportabile “spettacolo sessista”, secondo il linguaggio militante, di Miss France, il concorso di bellezza fondato nel 1920 e trasmesso alla televisione dal 1987. Per l’edizione 2021, invece, le attiviste di Olf hanno deciso di denunciare al tribunale del Lavoro la società Endemol, che produce Miss France, per discriminazione nella procedura di assunzione e per violazione della legislazione sul lavoro.
“Questa società sfrutta le donne che ripetono e interpretano ogni anno uno spettacolo sessista, discriminante e lucrativo che genera milioni di euro di introiti: tutto ciò vìola in modo evidente la legislazione sul lavoro”, hanno scritto le femministe di Olf, secondo cui essere candidata al titolo di Miss France è una professione. La discriminazione, sostengono le militanti, sarebbe invece legata al fatto che le ragazze che aspirano a partecipare al concorso devono rispettare alcuni criteri: essere alte almeno 1 metro e 70 centimetri, essere single e “rappresentative della bellezza”. “Tutto ciò ha un impatto negativo e retrogrado su tutta la società”, sostengono le femministe francesi.
La denuncia, va da sé, attacca una trasmissione già ampiamente presa di mira da una certa sinistra bacchettona, con la speranza che prima o poi possa essere chiusa. C’è però una brutta notizia per Olf. Come rivelato al Parisien dalla presidente di Miss France, Alexia Laroche-Joubert, “quest’anno c’è stato il record di iscrizioni”. “E’ ridicolo affermare che la donna viene svilita!”, ha aggiunto Laroche-Joubert, secondo cui non c’è nulla di più femminista di Miss France.
Dalle piazze ai palazzi