Editoriali
Per evitare lo scontro tra Usa e Cina serve ben più di una cordiale chiacchierata
Si è parlato di commercio e di clima, non si è parlato di Olimpiadi. Le due prime economie del mondo non hanno deciso nulla, in più di tre ore di dialogo. Ma dalle conversazioni telefoniche si è passati al summit, ed è già molto
Gestire la competizione “responsabilmente”. Secondo i funzionari della Casa Bianca era questo l’obiettivo della conversazione che hanno avuto il presidente americano Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping la scorsa notte, quando era già sera a Washington e mattina presto a Pechino. Non è stata presa alcuna decisione dalle due prime economie del mondo, nessuna dichiarazione congiunta, ma dalle conversazioni telefoniche (due, da quando Biden si è insediato alla Casa Bianca) si è passati al summit, sebbene virtuale, ed è già molto.
Il dialogo – di più di tre ore – serve a evitare gli incidenti, su questo i due leader sono d’accordo, anche se da due punti di vista opposti. Nei rispettivi comunicati finali si parla in modo diverso per esempio di un tema centrale di contrapposizione tra i due paesi, Taiwan. Per la parte cinese, l’unificazione sarebbe inevitabile, e l’America avrebbe detto di non sostenere “l’indipendenza di Taiwan”. Ma secondo il documento della Casa Bianca, Biden avrebbe detto solo che l’America “resta impegnata nella politica di ‘una sola Cina’”, ma si oppone “agli sforzi unilaterali di cambiamento dello status quo e a chi cerca di minare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”. Sono stati pochi, comunque, i momenti di conversazione tesi e accusatori, e i leader delle due superpotenze hanno parlato in modo tutto sommato cordiale (dopo Trump, forse ci eravamo dimenticati come si faceva). Perfino quando Xi, all’inizio, ha chiamato Biden un “vecchio amico”, espressione che Biden aveva minimizzato qualche mese fa (“Non siamo amici, è solo business”) il clima è rimasto disteso. Si è parlato di commercio, di clima, ma non si è parlato di Olimpiadi. Qualche ora dopo il summit si è arrivati perfino a un accordo tra America e Cina sulla timida riapertura ai rispettivi media e giornalisti corrispondenti. Ma tutto sembra ancora sospeso e potrebbe cambiare da un momento all’altro. “Le conseguenze di una Guerra Fredda non sono molto lontane”, ha detto Xi. E forse stavolta non ha tutti i torti.
L'editoriale dell'elefantino