EDITORIALI
Zemmour e Le Maire: dialogo tra sordi
Il “duello” tra il candidato presidente e il ministro dell'Economia mostra due destre inconciliabili
Giovedì sera, durante il talk-show politico “Elysée 2022” in diretta su France 2, è andato in scena lo scontro tra due destre irriconciliabili. Da una parte, la destra identitaria, euroscettica, anti liberale e anti globalizzazione incarnata da Eric Zemmour, lo scrittore di bestseller incendiari che punta al gradino più alto della République. Dall’altra, la destra europeista, sviluppista, pro libero mercato e contro il ripiegamento nazionalista di Bruno Le Maire, attuale ministro dell’Economia. E’ stato un dialogo tra sordi e in molti si sono chiesti se stessero parlando dello stesso paese quando esponevano ai telespettatori le loro analisi. Fin dall’inizio del dibattito, le loro posizioni sono apparse inavvicinabili.
Dinanzi a tre grafici che mostravano l’evoluzione della crescita, del tasso di disoccupazione e del pil per abitante negli ultimi dieci anni, Le Maire ha fatto notare, appoggiandosi sulla cruda verità delle cifre, che “non c’è stato un grande declassamento della Francia”, anzi “stiamo ritrovando la crescita delle Trente glorieuses”. “C’è un terribile impoverimento dei francesi”, ha replicato Zemmour di fronte agli stessi grafici, aggiungendo che in tutta l’Europa la disoccupazione è calata e che Le Maire è “un impiegato della Commissione di Bruxelles”. In materia di immigrazione, islam e identità, lo scontro è diventato ancora più acceso. “E’ solo una fantasia”, ha affermato il ministro dell’Economia a proposito della “grande sostituzione” etno-identitaria e religiosa denunciata da Zemmour, dicendosi “orripilato” dai discorsi del candidato della destra identitaria. Quest’ultimo, dopo aver difeso la sua idea di nazione, ha definito l’ex ministro di Sarkozy “un gollista di paccottiglia”. A conferma di una distanza incolmabile tra due destre che non parlano la stessa lingua.