Anne Hidalgo, candidata del partito socialista alle prossime presidenziali francesi (foto Ap)

editoriali

L'elettore della gauche è sconsolato

Redazione

Nove candidati, molte liti, poche speranze. La delusione della sinistra francese

Il popolo della gauche francese non è mai stato così triste, disincantato e allo stesso tempo arrabbiato per quanto sta accadendo nella sua famiglia politica, dove è tutto un bisticciare e un accusarsi a vicenda tra i nove leader candidati all’Eliseo. Ieri, nel giorno in cui Anne Hidalgo, candidata del Partito socialista alle presidenziali, ha presentato le settanta proposte del suo programma per la Francia, il Monde ha pubblicato un’inchiesta sullo sconforto degli elettori di sinistra francesi, raccogliendo più di quattrocento risposte, tutte venate di pessimismo. “Oscillo tra la collera e la disperazione, con l’impressione di assistere a uno spreco immenso e a un suicidio politico messo in atto pazientemente da una classe politica sconnessa dalla realtà”, ha detto al Monde Philippe, ricercatore di 51 anni, criticando i capricci dei vari Yannick Jadot (Verts), Jean-Luc Mélenchon (France insoumise) e Fabien Roussel (Parti communiste français) che rifiutano le primarie aperte a tutte le sinistre per arrivare a una candidatura unica. “Questa iniziativa avrebbe il merito di essere vista con un po’ più di rispetto e di attenzione. Non perdonerò mai a queste persone di averla disprezzata”, ha aggiunto.

Quella di Philippe è la voce del malcontento diffuso a sinistra, di un elettorato che vede una destra, quella gollista, organizzare delle primarie senza troppi litigi, mentre i candidati del progressismo voltano le spalle a qualsiasi idea di rassemblement. “Stiamo andando a sbattere contro un muro”, dice Léa, militante femminista che vive in Normandia. Nel 2017, Léa ha votato Benoît Hamon, candidato del Partito socialista, e oggi non capisce perché “Jadot e Mélenchon, per questioni di ego, si ostinino a rifiutare l’unione – tranne dietro di loro –  nonostante né uno né l’altro passerà al secondo turno”. Mancano meno di quattro mesi al primo turno delle presidenziali, e gli elettori di sinistra sembrano aver già perso la speranza.