EDITORIALI
L'Australia cerca manodopera
L’appello del governo agli studenti stranieri e l’idea di integrare i migranti
Il governo australiano ha lanciato un appello: studenti e viaggiatori stranieri che da sempre venite a cercare lavoro e fortuna qui da noi, tornate, abbiamo bisogno di voi, toglieremo i costi necessari per ottenere il visto temporaneo a chi arriva nei prossimi tre mesi. Il primo ministro Scott Morrison, dopo essere sopravvissuto all’affaire Djokovic, deve affrontare una grande opposizione interna alla sua politica delle frontiere chiuse un po’ perché i casi di contagio sono in aumento ma soprattutto perché il settore ospedaliero e quello agroalimentare sono in grandissima sofferenza: manca la forza lavoro. A causa dei contagi e delle quarantene e a causa del fatto che viaggiare in Australia è diventato parecchio complicato, c’è una grande carenza di lavoratori al punto che la catena dell’agroalimentare, che ovviamente impiega persone che hanno bisogno di minore formazione rispetto al settore ospedaliero, è quasi bloccata.
Così Morrison è stato costretto a correre ai ripari. Ha inizialmente proposto che i minorenni potessero essere messi alla guida dei carrelli elevatori per aiutare le aziende logistiche, ma l’idea è stata velocemente accantonata. Allora si è rivolto agli stranieri: ogni anno entrano in media 22 mila “backpackers”, giovani con lo zaino in spalla, che secondo i dati rappresentano l’80 per cento dei lavoratori stagionali nel settore agroalimentare. Negli ultimi due anni sono stati di meno, ma comunque non basterebbero, ce ne vogliono molti di più (per avere un visto servono 88 giorni di lavoro in un’azienda agricola). Sull’onda del caso Djokovic, alcuni hanno anche avanzato un’altra proposta dalle conseguenze ben più rilevanti: integrare nella forza lavoro i richiedenti asilo bloccati nei centri di detenzione e negli hotel come quelli che hanno orripilato il famoso tennista. Questo, per un paese che con l’integrazione ha tanti problemi, potrebbe essere un gran cambiamento.