EDITORIALI
L'Europa dei muri di Zemmour
La Francia che vuole il candidato all’Eliseo è senza migranti, modello Orbán
Per chi avesse ancora dei dubbi su quale sia il modello che Éric Zemmour ha in mente per la Francia e per l’Europa basta ascoltare le dichiarazioni rilasciate mercoledì sera su BfmTv durante la trasmissione politica “La France dans les yeux”. Il candidato alle presidenziali francesi della destra identitaria, davanti a milioni di telespettatori, ha dichiarato che uno dei suoi principali obiettivi, in caso di elezione all’Eliseo, è quello di utilizzare i fondi europei per costruire dei muri anti migranti alle frontiere dell’Europa, ispirandosi a quanto fatto da Viktor Orbán in Ungheria.
“I paesi che hanno costruito un muro, come l’Ungheria, sono quelli che difendono la civiltà europea”, ha affermato lo scrittore-candidato, che lo scorso settembre si è recato a Budapest per ingraziarsi il primo ministro ungherese e forse per prendere anche qualche appunto. “Attualmente, c’è un dibattito in Europa per sapere se bisogna costruire dei muri all’entrata delle frontiere esterne europee. Ci sono molti paesi favorevoli a questa misura, come la Polonia, la Grecia, ma la commissaria europea, la svedese Johansson (commissaria agli Affari interni, ndr), si rifiuta dicendo che non spetta all’Europa innalzare dei muri”, ha aggiunto il leader del partito Reconquête, dicendosi “favorevole” e pronto a “convincere la maggioranza dei paesi d’Europa sull’idea di muro, che sarà finanziata dai fondi europei”. Durante la stessa trasmissione, Zemmour ha ricordato che l’immigrazione verrà “stoppata”, qualora i francesi decidessero di eleggerlo presidente il prossimo aprile, che abolirà il ricongiungimento familiare e lo ius soli, e proporrà la creazione di una forza speciale incaricata di controllare sia le frontiere francesi sia quelle europee. Dopo Orbán, anche Zemmour sogna un’internazionale dei muri.