Editoriali
L'accanimento di Putin contro Navalny
L’oppositore è stato condannato a 9 anni di carcere. Il Cremlino vuole cancellarlo
Alexei Navalny è stato condannato a nove anni di carcere in regime di massima sicurezza per appropriazione indebita e oltraggio alla Corte e dovrà pagare una multa di 1,2 milioni di rubli, circa 10.500 euro. A dichiararlo colpevole è stata la giudice Margarita Kotova, promossa venerdì da Vladimir Putin. Navalny è in prigione da un anno, per una condanna di due anni e mezzo nella colonia penale di Pokrov, una delle più dure della Federazione russa. Navalny è uno degli oppositori più forti del Cremlino, nel 2020 era sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento, era stato curato in Germania e al suo ritorno era stato subito arrestato. Per protestare contro il suo arresto c’erano state delle manifestazioni, non oceaniche, ma tra le più grandi degli ultimi anni in Russia. Navalny non avrebbe potuto neppure formare un partito, ma anche qualora avesse potuto, l’indice di gradimento rimaneva ancora molto basso rispetto al presidente in carica.
In tanti si sono chiesti che senso avesse allora da parte del Cremlino accanirsi su un uomo che non costituiva una vera minaccia politica, che era stato bravo a organizzare le sue inchieste sulla corruzione degli uomini di Putin, ma il suo avvelenamento, il suo arresto e l’accanimento giudiziario fanno più notizia di tutte le inchieste sui palazzi pacchiani e costosissimi del presidente russo. Navalny è stato condannato in un’aula di tribunale improvvisata dentro la colonia penale e i suoi sostenitori temono che le immagini dal processo saranno le ultime che vedremo dell’oppositore. Putin ha cercato di far dimenticare Navalny al popolo russo e al mondo e adesso è deciso a cancellarlo per sempre. L’accanimento è spaventoso e assomiglia molto all’altro accanimento che vediamo in questi giorni, quello contro l’Ucraina. Contro Navalny non si è fermato, non c’era nessuno ad aiutare l’oppositore.