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Medvedev contro Varsavia. La guerra ideologica contro gli europei è già qui

Redazione

Le minacce e gli insulti dell’ex presidente russo dopo il viaggio dei leader est-europei a Kyiv. La Polonia non esclude del tutto un intervento militare di qualche genere: sente il confine, sente la paura e sente la responsabilità

La Russia ha seguito con attenzione e fastidio il viaggio dei quattro leader europei verso Kyiv. L’ex presidente russo, Dmitri Medvedev, che alcuni si erano illusi potesse rappresentare il volto moderato del putinismo, ha scritto sul suo canale Telegram una lettera alla Polonia e ha paragonato la corsa in treno di Mateusz Morawiecki e Jaroslaw Kaczynski, che erano accompagnati anche dallo sloveno Janez Jansa e dal ceco Petr Fiala, a quella di Lenin, che rientrava dalla Germania per frammentare e distruggere l’unità della Russia zarista. Medvedev accusa la Polonia di una russofobia patologica e di non voler considerare le conseguenze di questo sentimento contro Mosca. Ha definito la Polonia una “comunità di politici idioti”, una nazione che ha dimenticato che è stato l’esercito sovietico a liberarla dal nazismo e che chiama occupazione non quella di Hitler, ma quella di Mosca.

   

La lettera va avanti con un lessico fatto di minacce, avvertimenti, affermazioni volgari e di attacchi alla classe politica che avrebbe danneggiato l’economia del paese con le campagne contro il gas russo e l’opposizione al Nord Stream 2. Medvedev dice che la Polonia è un vassallo degli Stati Uniti e afferma che invece le persone preferirebbero l’amicizia con Mosca a quella con Washington: questa affermazione denota quanto poco l’ex presidente conosca il popolo polacco.

  

La lettera si conclude con l’esortazione ai polacchi di fare la scelta giusta, ma più che un esortazione suona come una minaccia. La Polonia è tra i paesi più attivi nell’aiutare l’Ucraina; Varsavia non ha escluso del tutto un intervento militare di qualche genere: sente il confine, sente la paura e sente la responsabilità. La lettera di Medvedev indica che il conflitto armato tra la Russia e noi europei non è cominciato, ma si sta profilando un’altra guerra, quella ideologica. Ed è pericolosa

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