editoriali
Basta con le illusioni su Putin
La guerra era “inevitabile” e lo sapevamo. Una lettera sul Ft da leggere
Tra le lettere che il Financial Times pubblica ogni giorno, ieri ce n’era una firmata “Air Commodore (retired)”, cioè commodoro dell’Aeronautica in pensione, ora a Oakham, nel Regno Unito. Scrive di essere stato un attaché britannico che si occupava di difesa a Mosca, dal 2011 al 2016, anni in cui “questa lunga e macabra marcia verso la guerra sembrava ovvia”. Questo ex funzionario britannico racconta che “l’inevitabilità” del conflitto, “acceso dalle tante dichiarazioni” del Cremlino, era stata riferita a Londra “con molti dettagli e con la disperazione di una Cassandra”: “Le prove del percorso scelto da Putin non sono mai state nascoste. I suoi tanti pronunciamenti erano fatti per essere ascoltati e capiti: il riarmo colossale, la richiesta di armi più sofisticate e più letali, la militarizzazione della società, la distorsione e la confisca del dibattito pubblico, il dominio sull’istruzione, sui media, sui tribunali per escludere qualsiasi dissenso e, infine, l’alienazione e la distruzione di chi tra i russi capiva gli obiettivi delle ambizioni dichiarate da Putin”. Era tutto scritto, era tutto chiaro, “e questa lista è talmente senza appello”, scrive Air Commodore, che “le conseguenze non potevano essere ignorate. Eppure lo sono state”.
E secondo l’ex funzionario le ragioni sono quelle che vediamo ancora oggi mentre discutiamo di sanzioni e isolamento della Russia e vogliamo credere che Putin si fermerà senza che i costi del suo contenimento diventino economicamente inaccettabili per l’occidente. Air Commodore se la prende con la City e anche con la Brexit (“una manovra che ha molto rafforzato” la Russia), ma quel che vuole dire è chiaro: ci siamo volutamente illusi di non vedere che cosa voleva Putin e che cosa era disposto a fare per raggiungere i suoi obiettivi. Non facciamolo più.