editoriali
Il segnale molto positivo per Scholz
La supervittoria nel Saarland rafforza il leader tedesco. L’impatto della guerra
Le elezioni nel Saarland, il piccolo Land dell’estremo sud-ovest tedesco, danno ragione a un vecchio adagio andreottiano su potere e logoramento: da Saarbrücken, piccola capitale di una delle regioni meno benestanti di Germania, è arrivato un poderoso colpo alla Cdu locale, che tracolla dal 40,7 al 28,2 per cento dei voti, mentre la Spd del cancelliere Olaf Scholz fa un balzo in avanti che sfiora i 14 punti percentuali. Se la Cdu va male, i socialcomunisti della Linke escono sbriciolati, passando dal 12,9 a un inglorioso 2,6 per cento dei voti. Limata, infine, la destra di AfD che però si aggrappa a tre deputati regionali. Molto alta l’astensione. Poiché Cdu e Spd governavano appaiate a Saarbrücken, il voto non riflette il giudizio degli elettori sull’operato dell’amministrazione uscente (la prossima sarà un monocolore rosso) ma appare condizionato dal giudizio favorevole dei tedeschi sull’operato del governo semaforo di Scholz.
Nelle prime elezioni dalle legislative dello scorso autunno, la Spd ha stravinto ma anche Verdi e Liberali sono cresciuti seppure poco, fermandosi entrambi a un’incollatura dalla soglia di sbarramento del 5 per cento e restando, così, fuori dall’Assemblea. I risultati della periferica Saarbrücken, 660 chilometri a sud-ovest di Berlino, continuano a premiare la postura calma ma decisionista – sì sanzioni, sì aiuti militari all’Ucraina e sì a spese in Difesa sopra al 2 per cento del pil – assunta da Scholz all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina. Eletto cancelliere per le riforme, l’ex ministro delle Finanze si è rapidamente convertito in cancelliere di guerra, con il 77 per cento dei tedeschi (sondaggio Ard) favorevole a sostenere Kyiv. Del capo dell’opposizione e leader della Cdu, Friedrich Merz, si sono invece perse le tracce. Di solito molto loquace su Twitter, Merz si sta tenendo a grande distanza dalla disfatta di Saarbrücken.