editoriali
La multa a BoJo per avere violato le restrizioni durante il lockdown
Resa dei conti sul Partygate, tutti chiedono le dimissioni del premier inglese, ma (per ora) il conflitto in Ucraina lo salva
Se non ci fosse la guerra in Ucraina, i parlamentari conservatori non ci penserebbero due volte prima di fare fuori Boris Johnson. Martedì 12 aprile Scotland Yard ha multato il primo ministro e il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak per avere violato le restrizioni che loro stessi avevano imposto durante il primo lockdown. L’infrazione risale al 19 giugno 2020, quando il primo ministro avrebbe festeggiato il suo compleanno a Downing Street con oltre trenta collaboratori e con sua moglie Carrie, anche lei multata. Johnson ha detto di aver pagato la multa, ha ripetuto che non sapeva di aver violato delle regole e ha offerto di nuovo le sue scuse.
Com’era prevedibile, i principali partiti di opposizione (Labour, Lib-dem e nazionalisti scozzesi) hanno chiesto le dimissioni del premier e del cancelliere. Tuttavia, la vera sorpresa è stato il silenzio da parte dei deputati conservatori, gli unici che hanno il potere di sfiduciare il leader di partito. Prima dell’inizio della guerra in Ucraina, il gruppo parlamentare dei Tory era stato durissimo contro Johnson e non aspettava altro per indire una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Ma il conflitto ha salvato il premier conferendogli un’immagine più seria e istituzionale. L’anziano deputato Roger Gale e il leader dei Tory scozzesi Douglas Ross, che poche settimane fa avevano chiesto le dimissioni di Johnson, hanno fatto marcia indietro, dicendo che sarebbe irresponsabile cambiare leader in tempi di guerra.
Inoltre, i ribelli conservatori non hanno un candidato forte per la successione. L’erede designato era proprio Rishi Sunak, che di recente è stato indebolito da uno scandalo sul mancato pagamento delle tasse da parte di sua moglie. Un’uscita di scena di Boris Johnson sembra improbabile nel breve termine ma, in ogni caso, la tregua sembra essere terminata. La decisione di Scotland Yard significa che la funzionaria Sue Gray potrà pubblicare il rapporto integrale sul Partygate, che probabilmente conterrà nuove rivelazioni. Per Johnson il peggio deve ancora venire.