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editoriali

Putin e Lukashenka sulla Luna

Redazione

Il russo dice che la “guerra è stata la decisione giusta”. Il bielorusso annuisce

È facile intuire perché Vladimir Putin, fra tutti, ami soprattutto gli incontri pubblici con Aljaksandr Lukashenka. È il suo vice, il suo mozzo, il suo junior partner. Oggi Putin ha costretto il dittatore di Minsk a volare fino al cosmodromo Vostochny, nell’estremo oriente russo, per celebrare la giornata internazionale del volo spaziale umano e allo stesso tempo concedersi l’ennesimo palco da cui fare propaganda contro l’Ucraina: “Non avevamo scelta”, ha detto parlando dell’invasione, “è stata la decisione giusta”. Il 12 aprile di sessantuno anni fa, nel pieno della Guerra fredda, il cosmonauta russo Yuri Gagarin completò per la prima volta un’orbita attorno alla Terra, e quest'oggi Putin e Lukashenka hanno rispolverato tutti i grandi successi del programma spaziale sovietico e annunciato che la Russia riprenderà il suo programma di esplorazione della Luna realizzando “tutti i suoi piani nel settore spaziale, nonostante i tentativi dall’esterno di impedirle di andare avanti”.

 

C’è moltissima retorica nell’annuncio di Putin, e poche possibilità concrete: gran parte del programma spaziale russo si teneva in piedi grazie alla tecnologia occidentale e al supporto finanziario dato dal semi-monopolio dei lanci degli astronauti sulle navicelle russe Soyuz dal cosmodromo di Baikonur. Quell’èra è ormai finita. Le parole del presidente russo, però, rievocano le grandi imprese della Guerra fredda, e sono efficaci e attrattive per tutti gli amici di Mosca che hanno intenzione di sviluppare armamenti sotto la copertura di un programma spaziale e, soprattutto, in chiave antioccidentale. Non è un caso se il programma spaziale russo dipende ormai quasi completamente da quello cinese. Nel delirio propagandistico bellico,  Lukashenka ha detto che il massacro di Bucha sarebbe stato in realtà inscenato da “uomini inglesi”. Quando il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, gli chiede se andrebbe nello spazio,  Lukashenka risponde: “Ci ho pensato spesso, mio fratello maggiore Putin potrebbe mandarmi, ma forse poi non mi farebbe tornare indietro”.