Editoriali
I crimini del macellaio Putin
Un rapporto Osce dice che i russi hanno violato il diritto internazionale
In un rapporto di novantanove pagine, una missione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha denunciato “chiari disegni di violazioni del diritto internazionale umanitarie” da parte della Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. L’indagine riguarda gli eventi avvenuti dal 24 febbraio al primo aprile (non tiene conto, quindi, di quanto trovato nelle aree liberate dai russi, per esempio a Bucha) ed è stata portata avanti attraverso testimonianze e con grandi difficoltà: la Russia è stata invitata a collaborare con la missione di esperti ma ha rifiutato, e sin dal 2014, quando l’Osce ha messo in piedi una delle sue missioni più importanti per controllare l’area orientale dell’Ucraina, è stata sistematicamente ostacolata da Mosca. Se le forze russe “avessero rispettato i loro obblighi”, si legge nel rapporto di ieri, “in termini di distinzione, proporzionalità e precauzioni negli attacchi e riguardo a soggetti protetti in modo speciale come gli ospedali, il numero di civili uccisi o feriti sarebbe rimasto molto inferiore”.
Secondo la missione dell’Osce, inoltre, la Russia “vìola il diritto internazionale umanitario dell’occupazione militare”. Il rapporto include “prove credibili che suggeriscono che tali violazioni riguardanti anche i diritti umani più fondamentali (diritto alla vita, divieto di tortura e altre pene e trattamenti inumani e degradanti) sono state commesse per lo più nelle aree sotto l’effettivo controllo della Russia o entità sotto il controllo generale della Russia”.
Infine, “ci sono forti indicazioni che crimini contro l’umanità commessi dalle forze russe potrebbero essersi verificati a seguito di attacchi diffusi o sistematici diretti contro la popolazione civile”. Il rapporto cita in particolare “uccisioni mirate, sparizioni forzate o rapimenti di civili, inclusi giornalisti e funzionari locali”. Ogni singolo atto violento di questo tipo commesso consapevolmente “costituirebbe un crimine contro l’umanità”.