editoriali

Né pace né sicurezza a Kabul

Redazione

Colpite due scuole hazara nella capitale afghana sotto il controllo talebano

Ieri ci sono state tre esplosioni in rapida successione vicino a due scuole maschili di Kabul, la zona colpita è quella di Dasht-e-Barchi, un quartiere sciita nell’ovest della città dove vive la comunità hazara. Un videomaker di Associated Press è entrato nel liceo Abdul Rahim Shaheed e ha filmato i muri pieni di sangue, le scarpe abbandonate e i quaderni bruciati. Le vittime sono almeno dieci (anche se alcune fonti locali parlano di venticinque), ma i feriti sono molti di più e il bilancio dei morti è destinato a salire. Gli hazara sono circa il diciassette per cento della popolazione e sono stati perseguitati ed espropriati ai tempi del vecchio regime talebano al potere fino al 2001. Oggi sono il bersaglio preferito dell’Iskp (l’Isis in Afghanistan) che, dal ritiro americano di fine agosto, ha organizzato attentati nelle moschee ogni venerdì – il giorno della preghiera, per assicurarsi di fare il maggior numero di vittime – e i bersagli scelti erano quasi tutti sciiti. L’attacco di ieri non è ancora stato rivendicato, ma è molto probabile che sia stato l’Iskp e che si sia trattato di un attentato kamikaze. Un anno fa, a maggio 2020, lo stesso gruppo aveva messo due bombe in un’altra scuola sempre nello stesso quartiere sciita: allora erano morti sessanta bambini. 

   
Quando gli americani hanno abbandonato l’Afghanistan e i talebani sono tornati al potere, molti avevano provato a rappresentare gli eventi dicendo che sì, si assisteva alla perdita di molte libertà per le donne (e anche per gli uomini, a cominciare dal diritto di voto), ma almeno era finita la guerra ed era tornata la pace, anche se una pace talebana. I talebani avevano fatto la stessa scommessa: non sanno amministrare e l’economia nazionale è al collasso con una crisi umanitaria senza precedenti, ma – era la promessa – potevano garantire la sicurezza e il controllo del territorio. Non ci sono né la pace né la sicurezza: le bombe e i massacri di civili sono continuati più numerosi di prima.