difendere la democrazia, dovunque
Una rete di libertà. Il discorso di Liz Truss
Il ministro degli Esteri inglese, dice che la formula benessere-pace è stata messa in discussione dalla guerra della Russia ma il rispetto delle regole e la crescita sono ancora collegati. Un nuovo approccio al mondo
Pubblichiamo il discorso pronunciato mercoledì alla Mansion House a Londra dal ministro degli Esteri britannico, Liz Truss.
Secondo alcuni, questa era destinata a essere l’èra dell’autoritarismo. Tre anni fa Vladimir Putin parlò della morte del liberalismo occidentale. L’anno scorso il presidente cinese Xi Jinping sosteneva che l’occidente fosse in declino. Ora, ad aprile del 2022, le cose sembrano molto diverse. Gli ultimi mesi hanno mostrato la profonda resilienza dello spirito umano e delle società libere. Di fronte alla spaventosa barbarie e ai crimini di guerra, che speravamo fossero stati consegnati alla storia, il mondo libero si è unito all’Ucraina nella sua coraggiosa lotta per la libertà e l’autodeterminazione.
Coloro che pensano di poter vincere attraverso l’oppressione, la coercizione o l’invasione sono stati smentiti da questa nuova posizione sulla sicurezza globale, che non solo cerca di scoraggiare gli aggressori, ma si assicura anche che gli aggressori falliscano. Non possiamo essere deboli, il destino dell’Ucraina è in bilico. Ma dobbiamo essere chiari: se Putin dovesse avere successo, ci saranno indicibili, ulteriori sofferenze in tutta Europa e terribili conseguenze in tutto il mondo. Non ci sentiremmo mai più al sicuro. Quindi dobbiamo essere preparati per il lungo periodo. Dobbiamo raddoppiare il nostro sostegno all’Ucraina. E dobbiamo anche portare avanti l’unità dimostrata durante la crisi. Dobbiamo riavviare, riformulare e rimodellare il nostro approccio.
Nella mia visione c’è un mondo in cui le nazioni libere sono assertive e in ascesa. Dove la libertà e la democrazia sono rafforzate attraverso una rete di partnership economiche e di sicurezza. Dove gli aggressori sono contenuti e costretti a prendere una strada diversa. Questo è il premio a lungo termine: una nuova èra di pace, sicurezza e prosperità. Siamo onesti: l’architettura che è stata progettata per garantire la pace e la prosperità ha fallito in Ucraina. Le strutture economiche e di sicurezza che si sono sviluppate dopo la Seconda guerra mondiale e la Guerra fredda si sono piegate così tanto che hanno permesso le aggressioni piuttosto che contenerle.
La Russia è in grado di bloccare qualsiasi azione efficace al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Putin vede il suo veto come un via libera alla barbarie. Si è allontanato dall’Atto costitutivo Nato-Russia e dal Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa, ha violato diverse misure sul controllo degli armamenti. Il G20 non può funzionare come un organismo economico efficace se la Russia rimane al tavolo. L’Unione sovietica usava regolarmente il suo veto all’Onu, ma, nonostante tutti i mali che ha inflitto, anche lei si è comportata con una certa razionalità sulla scena mondiale. Era capace di attenersi agli accordi quando vedeva rischi per la stabilità strategica, come ha fatto con il trattato sui missili antibalistici. Si disinnescava quando veniva affrontata e denunciata, come con la crisi dei missili cubani sessant’anni fa. E aveva un occhio alla propria reputazione globale.
Nulla di tutto ciò si applica a Putin. Abbiamo a che fare con un disperato interlocutore-canaglia senza alcun interesse per le norme internazionali. Questo avviene in un momento in cui l’economia mondiale non era mai stata così aperta alla Russia. Durante la Guerra fredda gli alleati occidentali si alimentavano a vicenda, e noi limitavamo i flussi di commercio, investimenti e tecnologia verso l’Urss. Negli anni Novanta questi vincoli sono stati rimossi, ma ciò non ha portato ai benefici attesi in termini di apertura economica e democrazia. Abbiamo dato il progresso per scontato, invece di applicare carota e bastone necessari.
E i leader come Putin hanno rifiutato l’opportunità di cambiare perché temevano di perdere il controllo. Invece hanno preso i soldi del petrolio e del gas e li hanno usati per consolidare il potere e guadagnare influenza all’estero. Il Wandel durch handel – il presupposto che l’integrazione economica guida il cambiamento politico – non ha funzionato. Ora abbiamo bisogno di un nuovo approccio, che unisca sicurezza e sicurezza economica, che costruisca alleanze globali più forti e in cui le nazioni libere siano più assertive e sicure di sé, che riconosca che la geopolitica è tornata.
La Gran Bretagna ha sempre affrontato bulli. Siamo sempre stati quelli che hanno corso rischi. Quindi siamo pronti a essere audaci, usando la nostra forza nella sicurezza e nella diplomazia, il nostro peso economico e la nostra volontà e flessibilità per aprire la strada agli altri. Ci stiamo già facendo avanti in Ucraina. La guerra in Ucraina è la nostra guerra, è la guerra di tutti perché la vittoria dell’Ucraina è un imperativo strategico per tutti noi. Armi pesanti, carri armati, aeroplani, scavando a fondo nei nostri inventari, aumentando la produzione: dobbiamo fare di tutto. Le nostre sanzioni hanno già costretto la Russia ad affrontare il suo primo default del debito estero da un secolo. Dobbiamo andare oltre. Non ci deve essere alcun posto dove Putin possa finanziare questa terribile guerra. Questo significa tagliare le importazioni di petrolio e gas una volta per tutte.
Allo stesso tempo, dobbiamo fornire sostegno al popolo ucraino. Questo significa aiutare i rifugiati, significa consegnare cibo, medicine e altri beni essenziali, e significa mantenere l’economia a galla. Significa anche chiedere conto al regime di Putin degli orribili crimini che sono stati commessi. E, quando le armi finalmente tacciono in Ucraina, significa assicurarsi che Kyiv abbia le risorse necessarie per mantenere la sicurezza, scoraggiare ulteriori attacchi e ricostruirsi. Ecco perché stiamo lavorando alla nostra commissione congiunta con la Polonia per assicurare che l’Ucraina sia equipaggiata con armi standard della Nato. Ed è per questo che siamo determinati a lavorare con gli Stati Uniti, con l’Ue e altri alleati su un nuovo piano Marshall per il paese.
L’Ucraina merita uno sforzo internazionale fondamentale per ricostruire le sue città, rigenerare le sue industrie e assicurare la sua libertà a lungo termine. Stiamo raddoppiando gli sforzi. Continueremo ad andare oltre e più velocemente per spingere la Russia fuori da tutta l’Ucraina. E questo deve essere un catalizzatore per un cambiamento più ampio. Dobbiamo adottare questo approccio anche alle minacce che stanno emergendo oltre l’Ucraina. Il nostro nuovo approccio si basa su tre aree: forza militare, sicurezza economica e alleanze globali più profonde.
Forza militare
In primo luogo, dobbiamo rafforzare la nostra difesa collettiva. Nelle parole del presidente ucraino Zelensky: “La libertà deve essere meglio armata della tirannia”. In vista del vertice Nato a Madrid, dobbiamo alzare il tiro. Abbiamo a lungo sostenuto che la Nato debba essere flessibile, agile e integrata. Il fianco orientale deve essere rafforzato, e dobbiamo sostenere stati cruciali come la Polonia. Ecco perché stiamo aumentando la nostra presenza di truppe e stiamo approfondendo la nostra cooperazione nella difesa. Dobbiamo anche imparare la lezione dell’Ucraina. Il Regno Unito ha inviato armi e addestrato le truppe ucraine molto prima che la guerra iniziasse. Ma il mondo avrebbe dovuto fare di più per scoraggiare l’invasione. Non faremo mai più lo stesso errore.
Alcuni sostengono che non dovremmo fornire armi pesanti per paura di provocare qualcosa di peggio. Ma la mia opinione è che l’inazione sarebbe la più grande provocazione. Questo è il momento del coraggio, non della cautela. E dobbiamo garantire che, insieme all’Ucraina, i Balcani occidentali e paesi come la Moldavia e la Georgia abbiano la resistenza e le capacità per mantenere la loro sovranità e libertà.
La politica della porta aperta della Nato è sacrosanta. Se la Finlandia e la Svezia scelgono di unirsi in risposta all’aggressione russa, dobbiamo integrarle il prima possibile. E respingiamo la falsa scelta tra una difesa tradizionale più forte e le capacità moderne. Dobbiamo difenderci dagli attacchi nello spazio e nel cyberspazio, così come via terra, aria e mare. Respingiamo anche la falsa scelta tra sicurezza euro-atlantica e sicurezza indo-pacifica. Nel mondo moderno abbiamo bisogno di entrambe. Abbiamo bisogno di una Nato globale. Con questo non intendo estendere l’adesione ad altre regioni. Voglio dire che la Nato deve avere una prospettiva globale, pronta ad affrontare le minacce globali. Dobbiamo prevenire le minacce nell’Indo-Pacifico, lavorando con i nostri alleati come il Giappone e l’Australia per assicurarci che il Pacifico sia protetto. E dobbiamo garantire che le democrazie come Taiwan siano in grado di difendersi.
Tutto ciò richiederà risorse. Stiamo correggendo una generazione di sottoinvestimenti. Ecco perché il primo ministro ha annunciato il più grande investimento nelle nostre Forze armate dai tempi della Guerra fredda. Abbiamo riconosciuto la Russia come la minaccia più seria nella nostra revisione integrata, adottando la stessa vigilanza degli alleati orientali della Nato. Ora anche altri stanno facendo un passo avanti. Ma dobbiamo andare tutti oltre. Spendere il 2 per cento per la Difesa deve essere un piano, non un tetto. Non c’è nessun sostituto alla ì potenza militare, sostenuta da intelligence e diplomazia.
Sicurezza economica
In secondo luogo, dobbiamo riconoscere il ruolo crescente che l’economia gioca nella sicurezza. Nel Regno Unito stiamo ora utilizzando tutte le nostre leve economiche – commercio, sanzioni, investimenti e politica di sviluppo – in modo molto più deciso. Riconosciamo che la crescita dal gas a basso costo e dal denaro preso dalle cleptocrazie è una crescita costruita sulla sabbia. Non è la stessa cosa di una crescita reale e sostenuta da una maggiore produttività e da una maggiore innovazione. Il libero scambio e i liberi mercati sono il motore più potente del progresso umano. Noi sosterremo sempre la libertà economica.
Ma il libero scambio deve essere equo – e questo significa giocare secondo le regole. Per troppo tempo molti sono stati ingenui riguardo al potere geopolitico dell’economia. Gli aggressori lo trattano come uno strumento di politica estera, usando il clientelismo, gli investimenti e il debito come mezzo per esercitare il controllo e la coercizione. Sono spietati nel loro approccio. La nostra risposta non rispecchierà le loro tattiche maligne, ma li eguaglieremo nella nostra determinazione. E’ il momento di essere saggi. L’accesso all’economia globale deve dipendere dal rispetto delle regole.
Non ci possono più essere abbonamenti gratuiti. Lo stiamo dimostrando con il conflitto russo-ucraino – il lasciapassare della Russia è stato revocato. Li stiamo colpendo con ogni elemento della politica economica. Abbiamo aumentato i dazi sulle merci russe. Li abbiamo tagliati fuori dai termini del Wto. Abbiamo bandito le loro navi dai nostri porti, e i loro aerei dai nostri aeroporti. Abbiamo sanzionato più individui e organizzazioni di qualsiasi altra nazione, colpendo le banche russe, gli oligarchi, le compagnie di difesa, le riserve della Banca centrale e le forniture di petrolio e gas. Stiamo tagliando i finanziamenti per lo sforzo bellico di Putin. Stiamo anche tagliando i legami di investimento con la Russia, vietando tutti i nuovi investimenti verso l’estero e ponendo fine al visto per gli investitori. Allo stesso tempo, stiamo rimuovendo tutti i dazi di importazione per l’Ucraina, e stiamo sostenendo l’economia ucraina con garanzie sui prestiti, sostegno fiscale e investimenti. Stiamo dimostrando che l’accesso economico non è più scontato. Deve essere guadagnato.
I paesi devono giocare rispettando le regole. E questo include la Cina. Pechino non ha condannato l’aggressione russa o i suoi crimini di guerra. Le esportazioni russe verso la Cina sono aumentate di quasi un terzo nel primo trimestre di quest’anno. Hanno cercato di piegare la Lituania. Stanno commentando chi dovrebbe o non dovrebbe essere membro della Nato. E stanno rapidamente costruendo un esercito in grado di proiettare il potere in profondità nelle aree di interesse strategico europeo.
Ma la Cina non è impermeabile. Parlando dell’ascesa della Cina come inevitabile, stiamo facendo il lavoro della Cina per lei. Infatti, la loro ascesa non è inevitabile. Non continueranno a crescere se non rispettano le regole.
La Cina ha bisogno del commercio con il G7, rappresentiamo la metà dell’economia globale. E abbiamo di fronte delle scelte. Abbiamo dimostrato con la Russia il tipo di scelte che siamo disposti a fare quando le regole internazionali vengono violate. E abbiamo dimostrato di essere pronti a dare la priorità alla sicurezza e al rispetto della sovranità rispetto al guadagno economico a breve termine. Anche perché sappiamo che il costo del non agire è più alto. Il fatto è che la maggior parte del mondo rispetta la sovranità. Sono solo alcuni paria e pochi altri che non lo fanno. Quindi stiamo lavorando più a contatto con alleati e amici, vecchi e nuovi. E lo stesso approccio assertivo che può limitare i nostri rivali può essere un potente motore di prosperità e sicurezza. Ecco perché stiamo costruendo nuovi legami commerciali, compreso il lavoro su accordi di libero scambio con paesi come India e Indonesia e l’adesione al Cptpp.
Stiamo condividendo la nostra esperienza nel campo della scienza e della tecnologia, firmando nuove partnership in tutto il mondo. E stiamo fornendo un’offerta migliore per lo sviluppo, con investimenti nei paesi a basso reddito che non hanno vincoli maligni. Essendo forti e uniti, lavorando insieme ed espandendo il commercio, possiamo privare gli aggressori della loro influenza e possiamo ridurre la dipendenza strategica. Possiamo aiutarci a vicenda a superare la tempesta dell’impennata dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia. Alla Banca mondiale la scorsa settimana abbiamo assicurato 170 miliardi di dollari per aiutare i paesi a basso reddito ad affrontare queste sfide. E stiamo andando avanti in altre possibili aree di dipendenza strategica. Che si tratti di minerali o di metalli di terre rare, stiamo unendo le forze per prevenire problemi futuri prima che emergano. Questo è il modo in cui rafforzeremo la nostra sicurezza economica condivisa.
Alleanze globali più profonde
Questo ci porta al punto finale, che la nostra prosperità e sicurezza devono essere costruite su una rete di partnership forti. Questo è ciò che ho descritto come la Rete della Libertà. Il principio fondamentale è che, indipendentemente dalle sfide, non dovremmo chiuderci in noi stessi e perseguire l’autarchia. Dovremmo raggiungere e abbracciare nuovi accordi, ciò che gli olandesi e altri hanno chiamato “autonomia aperta”. In un mondo in cui attori maligni stanno cercando di minare le istituzioni multilaterali, sappiamo che i gruppi bilaterali e plurilaterali giocheranno un ruolo maggiore. Partenariati come la Nato, il G7 e il Commonwealth sono vitali.
Dovremmo continuare a rafforzare la nostra alleanza Nato con legami in tutto il mondo, come la Joint Expeditionary Force guidata dal Regno Unito, i 5 Eyes, e la partnership Aukus che abbiamo con gli Stati Uniti e l’Australia. E vogliamo continuare a far crescere i nostri legami con paesi come Giappone, India e Indonesia. Dovremmo anche basarci sul forte nucleo che abbiamo nel G7. Durante la presidenza britannica dell’anno scorso sono stata lieta di portare al tavolo amici come Australia, Corea, India, Sudafrica e l’Asean. Il G7 dovrebbe agire come una Nato economica, difendendo collettivamente la nostra prosperità. Se l’economia di un partner viene presa di mira da un regime aggressivo, dovremmo agire per sostenerla. Tutti per uno e uno per tutti.
E ai 141 paesi, di tutti i continenti, che hanno votato per condannare le azioni della Russia all’Onu: sento la vostra voce. Condivido la vostra indignazione per la guerra illegale della Russia. Condivido la vostra fiducia fondamentale nella sovranità, nel fair play e nello stato di diritto. Quindi lavoriamo insieme. Creiamo legami più profondi. Cerchiamo di essere commercianti, investitori e partner migliori degli aggressori. Il Regno Unito è pronto a fare le cose in modo diverso, a pensare in modo diverso e a lavorare in modo diverso con voi per raggiungere questi obiettivi. C’è una forza enorme nell’azione collettiva. E lasciatemi essere chiara, questo vale anche per le alleanze di cui il Regno Unito non fa parte. Noi sosteniamo il Quad Indo-Pacifico. Sosteniamo un’Ue che guarda verso l’esterno e stiamo lavorando a stretto contatto con l’Ucraina. Sosteniamo l’Asean, l’Unione africana e l’accordo commerciale Usa-Messico-Canada. Rifiutiamo le vecchie idee di sistemi gerarchici, gruppi esclusivi e sfere d’influenza. Vogliamo vedere una rete di accordi e partnership che si estenda in tutto il mondo, in difesa della sovranità e dell’autodeterminazione, e che costruisca una prosperità condivisa. Il Regno Unito sarà una parte attiva e agile di questa rete.
Dopo la Guerra fredda tutti pensavamo che la pace, la stabilità e la prosperità si sarebbero diffuse inesorabilmente in tutto il mondo. Pensavamo di aver imparato le lezioni della storia e che la marcia del progresso sarebbe continuata incontrastata. Ci sbagliavamo. Ma questo non è un consiglio di disperazione. Di fronte alla crescente aggressività abbiamo il potere di agire, e dobbiamo farlo ora. Dobbiamo essere assertivi. Gli aggressori stanno guardando quello che è successo in Ucraina. Dobbiamo fare in modo che ricevano il messaggio giusto.
Insieme abbiamo una forza enorme. Usiamola per forgiare un mondo migliore, più sicuro e un’economia globale più forte. Questo richiederà le energie di tutte le persone in questa stanza e oltre. Sarà difficile. Ma dobbiamo fare un passo avanti e assumerci le nostre responsabilità. Gli aggressori sono pronti a essere audaci: noi dobbiamo essere più audaci. E’ così che ci assicureremo che la sovranità dell’Ucraina sia ripristinata. E’ così che ci assicureremo che l’aggressione e la coercizione falliscano. E’ così che, in tutto il mondo, vinceremo questa nuova èra di pace, sicurezza e prosperità.
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