editoriali
Soldi in cambio del silenzio su Khashoggi: ecco l'accordo fra Erdogan e i sauditi
Il vertice dell’impunità. La nuova politica di Ankara, più accomodante con Riad, ma anche con Israele, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, ha ragioni prima di tutto economiche
Si è conclusa venerdì con l’umrah, il pellegrinaggio alla Kaaba della Mecca, la storica visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in Arabia Saudita. Storica perché era dal 2018 che i due paesi avevano ridotto ai minimi termini le relazioni economiche e politiche per via dell’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi. Erdogan ha incontrato il re Salman bin Abdulaziz al Saud e il principe ereditario Mohammed bin Salman, con cui ha discusso di guerra in Ucraina e dell’accordo sul nucleare iraniano, ma soprattutto di denaro. Tanto denaro, una cifra compresa fra i 10 e i 20 miliardi di dollari che i sauditi sono pronti a versare nelle casse semivuote dei turchi.
La crisi della lira, che ha perso il 45 per cento del suo valore, e la guerra in Ucraina hanno aumentato inflazione e disoccupazione, una combinazione che non lascia intravedere scenari rassicuranti per Erdogan in vista del voto del prossimo anno. La nuova politica di Ankara, più accomodante con i sauditi, ma anche con Israele, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, ha ragioni prima di tutto economiche. La Turchia ha già concluso accordi per uno scambio di valute pari a 28 miliardi di dollari con Corea del sud, Cina, Emirati e Qatar. Il piano è coinvolgere anche i sauditi. In cambio, Riad chiede il silenzio tombale sul dossier Khashoggi. Fra le proteste delle ong, lo scorso 7 aprile Ankara aveva bloccato e trasferito in Arabia Saudita il processo ai 26 imputati accusati di avere ucciso e smembrato il giornalista, scomparso nel consolato di Istanbul. Un cambio di rotta repentino, dopo che per anni Erdogan aveva minacciato Riad di volere andare fino in fondo nella ricerca dei responsabili. Ora gli scenari sono cambiati e Mohammed bin Salman, accusato di essere il mandante dell’omicidio, sta comprando dai turchi l’impunità. È un colpo anche per gli Stati Uniti: Joe Biden aveva promesso giustizia per Khashoggi. Chissà come avrà reagito alla vista dell’abbraccio cordiale fra il principe saudita ed Erdogan, i suoi due alleati recalcitranti.
Cosa c'è in gioco