Editoriali
L'Onu è paralizzato
Il blocco Cina-Russia mette il veto (anche) alle sanzioni alla Corea del nord
Per la prima volta dal 2006 Russia e Cina hanno usato il loro potere di veto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per fermare una risoluzione che avrebbe imposto nuove sanzioni contro la Corea del nord. Per la Russia le sanzioni sono “un vicolo cieco”, per la Cina potrebbero avere “effetti negativi sull’escalation”. Da mesi Pyongyang sta intensificando i suoi test missilistici, anche di missili intercontinentali a lungo raggio, e si parla pure di un imminente test nucleare. Negli ultimi 16 anni il Consiglio di sicurezza ha affrontato la questione nordcoreana adottando all’unanimità dei pacchetti di sanzioni con lo scopo di bloccare i finanziamenti al programma missilistico e nucleare di Pyongyang, ma adesso Mosca e Pechino hanno preso un’altra strada. La scorsa settimana la Cina e la Russia si sono opposte anche a una dichiarazione congiunta contro la violenza della giunta militare in Myanmar.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, il braccio operativo delle Nazioni Unite con lo scopo di “mantenere la pace e la sicurezza internazionale”, è di fatto bloccato. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’asse ideologico che va da Mosca a Pechino si è rafforzato con un solo obiettivo: smantellare le regole occidentali. E questo nonostante la Cina continui a ritenere le Nazioni Unite l’unico garante della convivenza tra potenze internazionali. E’ un ombrello di buone intenzioni che nasconde una meno nobile verità: da anni Pechino finanzia le singole agenzie per poter essere più influente dal punto di vista politico. Lo abbiamo visto con l’Organizzazione mondiale della sanità durante le prime fasi della pandemia, lo vediamo ora con la visita in Cina di Michelle Bachelet, Alto commissario per i diritti umani, che si è prestata alla propaganda cinese senza critiche.
Adesso Pechino e Russia hanno iniziato a usare il loro potere di veto al Consiglio di sicurezza per bloccare tutte le iniziative che vanno contro i loro interessi, e non è un buon segnale per le regole e lo stato di diritto e i nostri strumenti di mantenimento della pace.