Non solo Ucraina. Albania e Macedonia del nord sono in attesa di entrare nell'Ue
Edi Rama, primo ministro albanese, è molto deluso dalla lunghezza del processo per entrare nell'Unione europea: "è una spirale dalla quale è difficile uscire"
Venerdì mattina la Commissione europea ha dato parere favorevole a concedere all’Ucraina lo status di paese candidato a entrare nell’Unione europea. Una grande notizia perchè sottolinea, una volta di più, il sostegno totale che l’Ue sta fornendo a Kyiv. Ed è una piccola vittoria anche per l'Italia perché il premier Draghi si è fatto promotore di questa iniziativa dall’inizio della guerra. Ma il processo per passare da candidato a membro è molto lungo. Lo sanno bene Albania e Macedonia del nord, bloccate all’ingresso da diversi anni: la prima dal 2014, la seconda dal 2005. Il premier albanese Edi Rama, intervistato da Politico, dà l’idea delle difficoltà che il suo paese sta affrontando per diventare membro dell’Unione europea, definendo l’intero processo “una spirale dalla quale è difficile uscire”. Per Rama la colpa è della Bulgaria perché continua a insistere sul voler ottenere concessioni dalla Macedonia del nord su tematiche sensibili che toccano lingua, storia e identità dei due paesi. Sebbene il blocco di Sofia si applichi solo alla Macedonia del nord, l'Unione europea sta gestendo insieme le adesioni dei due paesi, bloccando quindi anche Tirana.
Il meccanismo su cui si basa il processo di adesione prevede l’unanimità di tutti i 27, per cui basta poco per inceppare tutto. “Sono tutti d'accordo, tutti sostengono, tutti pensano che questo dovrebbe accadere, e questo dovrebbe già essere successo. Ma il loro margine di manovra è limitato dalla Bulgaria”, dice, con disappunto, Rama. Il premier albanese ha anche chiarito che se non ci saranno progressi entro questo mese, chiederà che l'adesione dell'Albania sia trattata separatamente da quella della Macedonia del nord: "Se non succederà nulla a giugno, chiederemo che la nostra adesione venga trattata da sola. Sono fiducioso che i leader europei accettino”.
Insomma, quello di stamattina è un grande successo per l’Ucraina, ma per non trasformarsi in una vittoria di Pirro l’Unione europea dovrebbe alleggerire e velocizzare il processo di adesione.