Editoriali
Il summit in Svizzera per ricostruire l'Ucraina e avvicinarla all'Ue
Il primo ministro di Kiyv, Denys Chmyhal, ha evocato danni per 750 miliardi di dollari. Chi paga il conto? Ursula von der Leyen, ha offerto una “piattaforma per la ricostruzione” per combinare soldi, riforme e investimenti, ma non sarà facile
Potrebbe sembrare assurdo mettersi a discutere di ricostruzione dell’Ucraina nel momento in cui la Russia continua la sua lenta offensiva nel Donbas e i bombardamenti di infrastrutture civili nel resto del paese. La Conferenza che si è aperta a Lugano ha esattamente questo obiettivo: fissare principi e metodi per aiutare l’Ucraina a rimettersi in piedi. Il conto è già altissimo e salirà ancora. Il compito sarà “colossale”, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il suo primo ministro, Denys Chmyhal, ha evocato la cifra di 750 miliardi di dollari. Secondo la Kyiv School of Economics, i danni a palazzi e infrastrutture superano i 100 miliardi. La Russia ha distrutto, danneggiato o confiscato almeno 45 milioni di metri quadrati di alloggi, 256 imprese, 656 ospedali e 1.177 scuole. A questo si aggiunge il crollo dell’economia dell’Ucraina, le cui perdite ammontano a più di 600 miliardi.
Chi paga il conto? La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha offerto una “piattaforma per la ricostruzione” per combinare soldi, riforme e investimenti. Ma le casse dell’Ue sono vuote e i suoi stati membri sono alle prese con un pil in calo e un’inflazione in notevole aumento. Il fatto che von der Leyen abbia trovato solo 1 miliardo sui 9 miliardi promessi a maggio per finanziare le spese correnti del governo ucraino è indicativo delle difficoltà europee. L’Ue può immaginare un secondo Recovery dedicato all’Ucraina. La Banca europea per gli investimenti ha proposto un trust fund da 100 miliardi. Il governo ucraino chiede di usare le riserve congelate della Banca centrale russa, ma ci sono problemi legali. Eppure, per quanto complicato, l’esercizio della Conferenza di Lugano è fondamentale. La ricostruzione è un’occasione per ancorare il paese ai princìpi democratici e avvicinarlo all’adesione all’Ue. Il messaggio a Vladimir Putin è che l’occidente è al fianco dell’Ucraina del futuro. Cioè democratica, libera, prospera ed europea.
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