editoriali
“Avrei chiesto 10 milioni”. La confessione dell'assassino di Daphne Caruana Galizia
George Degiorgio è accusato di aver fatto esplodere nell’ottobre del 2017 l’auto in cui era la giornalista. Secondo l'accusa, il mandante è l'uomo più ricco dell'isola. I tormenti di Malta
Se avessi saputo che la vittima era Daphne Caruana Galizia, “avrei chiesto dieci milioni, non 150 mila”, ha detto alla Reuters George Degiorgio, accusato di aver fatto esplodere nell’ottobre del 2017 l’auto in cui era la giornalista maltese, di fronte a casa. “Per me era solo lavoro, sì, business as usual”, ha detto Degiorgio a Stephen Grey, il giornalista della Reuters che lavora a un podcast sull’omicidio intitolato “Who killed Daphne?”.
“Ovviamente mi dispiace”, ha aggiunto poi Degiorgio, che finora aveva negato il proprio coinvolgimento nell’assassino, come hanno negato suo fratello Alfred e un altro loro socio, Vince Muscat (che ha già confessato). Ora invece vuole dichiararsi colpevole per avere una pena ridotta e per “non andare giù da soli”: vuole fare i nomi di chi è coinvolto. Per ora il mandante è, secondo l’accusa, l’uomo più ricco di Malta, Yorgen Fenech, che si dichiara innocente e che dice che farà in modo che siano riconosciuti e incriminati i reali colpevoli.
Quell’assassinio sconvolse Malta e l’intera Europa: una giornalista d’inchiesta uccisa in un paese europeo per le sue indagini e rivelazioni sui confini labilissimi tra affari, politica e criminalità scatenò cordoglio e recriminazioni in tutto il continente. Ma la resa dei conti ci fu naturalmente a Malta. La Caruana Galizia aveva realizzato molte inchieste giornalistiche contro l’allora premier Joseph Muscat (al potere dal 2013) e il suo governo, aveva fatto i nomi di due suoi ministri finiti nel dossier sull’evasione fiscale internazionale dei Panama Papers e aveva ricostruito le attività spesso illegali dell’oligarca Fenech. Il governo di Muscat fu trovato “indirettamente responsabile” dell’omicidio da un’inchiesta guidata dal figlio della Caruana Galizia, Matthew. Nel 2018, Muscat era stato assolto dalle accuse di evasione fiscale, aveva indetto elezioni anticipate e le aveva vinte. Ma nel dicembre del 2019, dopo manifestazioni enormi al grido “giustizia per Daphne”, annunciò le sue dimissioni: ha lasciato la politica.