editoriali
Taiwan si prepara a un'eventuale invasione cinese
L’esercitazione in spiaggia e l’addestramento dei volontari. L’intelligence americana dice che il regime cinese non sta valutando “se” invadere Taiwan, ma “quando” farlo
In uno stanzone di una zona periferica di Taipei, un giardiniere esperto nella cura dei bonsai, un tatuatore e un ingegnere elettronico imbracciano un fucile. Attorno a loro ci sono altre nove persone accaldate, chi indossa un elmetto, chi una maglietta militare, chi solo i pantaloncini. L’istruttore grida: pronti via, e i tre sparano a un bersaglio. Inizia così il racconto (con video) pubblicato sul Telegraph dell’addestramento di un gruppo di volontari a Taiwan: si preparano a un’eventuale invasione cinese, sembrano i ragazzi ucraini che l’inverno scorso andavano nei boschi con i fucili di legno per imparare a difendersi dai russi.
L’intelligence americana dice che il regime cinese non sta valutando “se” invadere Taiwan, ma “quando” farlo: questa settimana, le truppe taiwanesi hanno fatto la loro esercitazione annuale per respingere un assalto anfibio lungo il lungomare che collega il porto di Taipei e la foce del fiume Tamsui, cruciale per la difesa della capitale. L’esercitazione è stata organizzata dopo aver “monitorato con attenzione la situazione internazionale e la guerra in Ucraina”, ha detto il portavoce del ministero della Difesa di Taiwan, fiducioso del fatto di essere pronto a “qualsiasi” operazione dell’esercito cinese. Pechino considera Taiwan parte della Cina e minaccia di appropriarsi del territorio e dei 23 milioni di persone che lo abitano. Lo fa sempre, con incursioni aeree continue (proprio come i jet russi ben prima dell’invasione dell’Ucraina entravano nello spazio aereo della Nato), ma si è fatta più ostile dopo la “provocazione” americana, cioè l’annuncio della visita a Taipei della speaker della Camera, Nancy Pelosi, la prima da 25 anni.
Il tour asiatico della Pelosi è stato confermato, ma la tappa a Taiwan è ancora incerta, perché Pentagono e Casa Bianca sono dubbiosi (e criticati per questo tentennamento da buona parte del Congresso). Taiwan non può permettersi esitazioni e si prepara, come fanno anche molti taiwanesi, che al Telegraph dicono: ho visto quel che è accaduto in Ucraina e voglio essere pronto.