Editoriali
La strategia delle sanzioni alla Russia funziona
Vladimir Putin resta a corto di beni industriali e vende a sconto il petrolio. L'import russo di marzo è ridotto al 15 per cento
Definire l’efficacia delle sanzioni imposte alla Russia è estremamente complesso, perché riguardano beni e settori diversi e sono entrate in vigore in modo dilazionato nel tempo. Una nuova analisi sul tema arriva dalla Banca centrale europea che, studiando come sono cambiati i flussi commerciali con Mosca dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, calcola che il primo round di sanzioni imposte dall’Unione europea a marzo ha ridotto l’import russo di circa il 15 per cento, con i beni sanzionati che hanno subìto le flessioni più profonde.
Un’importante conferma per proseguire con la strategia delle sanzioni, i cui effetti non si limitano soltanto agli aspetti economici. Tra maggio 2021 e maggio 2022 lo scambio di prodotti industriali della Russia con gli Stati Uniti si è ridotto dell’85 per cento e con l’area euro del 45 per cento. Dall’Europa ha coinvolto soprattutto il settore dei macchinari e dei beni legati ai trasporti. La carenza di questi materiali ha già messo fortemente in difficoltà l’industria manifatturiera russa, tanto che il governo di Putin ha eliminato a maggio per le auto l’obbligatorietà di Abs, airbag e pretensionatore delle cinture di sicurezza. Non solo.
Le sanzioni hanno colpito anche le esportazioni, soprattutto di beni energetici. E se è vero che i livelli di greggio venduto via mare hanno recuperato i volumi precendenti all’invasione, è anche vero che ciò è avvenuto a un prezzo alto. O meglio, a uno sconto alto. Da marzo l’Ural, il petrolio russo scambiato sui mercati internazionali, ha perso il 30 per cento rispetto all’andamento del prezzo del Brent, il petrolio prodotto nel mare del Nord, per via degli sconti incredibilmente alti ottenuti da Cina e India per aumentare gli acquisti dalla Russia. Gli effetti delle sanzioni inoltre non sono ancora terminati. L’export verso l’Unione europea si ridurrà ulteriormente a partire dal 2023, quando diventerà effettivo l’embargo al petrolio russo già definito dai paesi europei.