il consigliere di politica estera del Cremlino
Dmitrij Suslov: "Un governo di centrodestra in Italia aggiusterà i rapporti con Mosca"
Il direttore del Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di Economia, uno dei più importanti istituti russi di politica estera, in un'intervista al Corriere spiega: "La fine della guerra in Ucraina è lontana. Il voto italiano cambierà il conflitto"
"Stando ai sondaggi il centrodestra guidato da Fratelli d’Italia dovrebbe vincere le elezioni e probabilmente il nuovo governo aggiusterà l’approccio alla guerra e ai rapporti con Mosca. E questo potrebbe fare da laboratorio per altri paesi dell’Ue, anche in conseguenza dell’aggravamento della crisi sociale ed economica in Europa". La previsione è di Dmitrij Suslov, consigliere di Vladimir Putin, che oggi ha rilasciato un'intervista al Corriere della sera. Segno che da Mosca valgono poco o nulla le rassicurazioni atlantiste che dalle file di Fratelli d'Italia vengono rinnovate, da ultimo anche a questo giornale sabato scorso, tramite il presidente del Copasir e senatore di FdI Adolfo Urso.
Suslov guarda con ottimismo anche oltreoceano: "Alle elezioni di midterm, dove i repubblicani appaiono in testa, c’è una probabilità crescente che la posizione dell’Occidente collettivo cambierà sia sull’appoggio militare che sulle sanzioni. Potrebbe accadere all’inizio del prossimo anno, in gennaio o febbraio".
Suslov definisce "per nulla realistica" l'ambizione del presidente turco Erdogan di poter aprire un tavolo negoziale per una tregua. Il consigliere di politica estera del Cremlino crede anche che sia l'occidente a non volere una soluzione diplomatica: "Gli Usa e il Regno Unito sono ancora su una linea dura, Germania, Francia e Italia si sono adeguate a questa linea. Ma come ho detto, non sono sicuro che questa linea sopravviva all’inverno". A novembre si terrà il G20 in Indonesia e "la probabilità di una partecipazione di Putin è del 30 per cento", anticipa Suslov.
Sull’attentato in cui è morta la figlia di Alexander Dugin, il numero uno dell'istituto russo è d'accordo con gli ucraini, che si dicono estranei all'accaduto. "Tendo a crederlo - dice - e ho seri dubbi che questo sia parte di azioni terroristiche da parte ucraina".
L'editoriale dell'elefantino