editoriali
L'Unione europea vuole addestrare l'esercito ucraino
Oggi la decisione dei ministri della Difesa. Le (solite) obiezioni ungheresi
L’Alto rappresentante, Josep Borrell, oggi chiederà ai ministri della Difesa dei ventisette di dare il loro accordo politico all’istituzione di una missione di addestramento dell’Unione europea per l’esercito ucraino. Anche se in ritardo, l’Ue si aggiungerebbe a un gruppo di paesi – tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito – che, oltre a fornire armi, sostengono l’Ucraina con la formazione militare. Secondo un documento informale che Borrell ha fatto circolare tra le capitali, l’Ue potrebbe offrire a Kyiv di formare ufficiali, cecchini, sminatori e personale medico in uno o più dei suoi stati membri. Alcuni hanno già iniziato ad addestrare soldati ucraini, ma in modo limitato. Germania e Paesi Bassi fanno la formazione per l’uso degli obici Panzerhaubitze 2000, che sono forniti dagli stessi due paesi.
La Svezia ha inviato istruttori militari nel Regno Unito per addestrare gli ucraini. Una missione di formazione dell’Ue nel suo insieme avrebbe un forte valore politico e simbolico. Fino al 24 febbraio, data di inizio dell’invasione, la Germania e altri paesi si erano opposti all’invio di una missione in Ucraina per timore di provocare la Russia. Tuttavia, l’esito della riunione dei ministri della Difesa a Praga non è scontato. Per il via libera serve l’unanimità e l’Ungheria di Viktor Orbán ha sollevato obiezioni. Alcuni temono che la Russia possa considerare l’Ue come cobelligerante. Altri hanno sottolineato il rischio di una duplicazione con l’addestramento di Stati Uniti e Regno Unito. Secondo il documento di Borrell, la missione dell’Ue sarebbe complementare a quelle condotte da altri paesi. Inoltre, se la formazione avvenisse in un paese vicino all’Ucraina, ci sarebbero vantaggi in termini di logistica e di tempo. La volontà dell’Ue di continuare a sostenere Kyiv passa anche dall’addestramento militare.