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editoriali

Sì al nucleare: ecco la differenza tra i Grünen tedeschi e i Verdi italiani

Redazione

Dopo carbone e rigassificatori, gli ecologisti tedeschi verso il sì a due dei tre reattori presenti sul territorio

La Germania si prepara a mantenere attivi due dei tre reattori nucleari destinati allo spegnimento entro la fine del 2022. E’ quanto emerge dagli stress test condotti nelle scorse settimane dagli operatori di rete per conto del ministro dell’Economia, l’ecologista Robert Habeck, di cui ha dato un’anticipazione esclusiva  il quotidiano economico Handelsblatt. Già qualche giorno fa il settimanale Der Spiegel aveva rivelato che il ministero avrebbe modificato i criteri sulla base dei quali condurre i test in modo da consentire un prolungamento della vita delle centrali in un contesto di forte rarefazione dell’offerta di gas dalla Russia. Secondo Handelsblatt resteranno attivi almeno fino a metà del 2023 i reattori Isar II in Baviera e Neckarwestheim II in Baden-Württemberg. Sarebbe, invece, pronta al phase-out definitivo la centrale di Emsland in Bassa Sassonia, dal momento che nel nord del paese, in un’area ricca di impianti eolici, vi sarebbe minore carenza di energia e un rischio inferiore di blackout.

Mentre solo qualche giorno fa la collega verde degli Esteri, Annalena Baerbock, aveva definito una follia l’ipotesi di un allungamento della vita delle centrali, Habeck ha a lungo tentennato, rifugiandosi prima dietro a problemi tecnici oltreché di approvvigionamento del combustibile e affermando, poi, che l’apporto del nucleare sarebbe stato ininfluente rispetto al fabbisogno  di energia. Ora le perplessità del ministro sembrano fugate. Il ricorso all’atomo contribuirebbe pur sempre al contenimento dei prezzi e, soprattutto, a un risparmio seppur minimo di consumo di preziosissimo gas, mentre di combustibile ve ne sarebbe a sufficienza fino al giugno del 2023. Benché alcuni osservatori bollino come tardiva la decisione del ministro e ipocrita la scelta di non mantenere collegate tutte e tre le centrali, Habeck e i Verdi tedeschi stanno dimostrando di procedere senza paraocchi: prima il carbone, poi cinque rigassificatori, ora il nucleare. Il cambio di rotta di Bündnis 90/Die Grünen certifica la distanza siderale con i Verdi di casa nostra.

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