editoriali
Novaja Gazeta e Safronov: la ruspa russa schiaccia tutto
La revoca della licenza della testata diretta dal premio Nobel per la Pace Dmitri Muratov e la condanna al giornalista arrivano nello stesso giorno. Un messaggio alle voci di dissenso
Un tribunale di Mosca ha revocato la licenza di stampa di Novaja Gazeta, la testata diretta dal Premio Nobel per la Pace Dmitri Muratov e che, dalla sua fondazione, aveva rappresentato un’idea di futuro per la nazione che non si è mai concretizzata. Il giornale non potrà più andare in stampa: qualche settimana dopo l’invasione dell’Ucraina la redazione aveva deciso di fermare le pubblicazioni per la difficoltà di raccontare la guerra con tutte le regole imposte dal Cremlino, ma aveva promesso che sarebbe tornato a uscire. Una parte dei giornalisti si è trasferita in Lettonia e per il momento la testata ha una sua versione online. Il commento di Muratov è stato: “Il giornale è stato ucciso oggi”. La decisione sulla licenza arriva a meno di una settimana dalla morte dell’ultimo leader sovietico Michail Gorbaciov, che pure aveva contribuito a fondarlo. E arriva lo stesso giorno della sentenza di condanna contro il giornalista Ivan Safronov, che dovrà trascorrere ventidue anni in carcere con l’accusa di tradimento. Safronov ha lavorato per Kommersant, per Vedomosti, e per l’agenzia spaziale Roscosmos, e avrebbe raccolto informazioni segrete sull’esercito per conto della Repubblica ceca. Secondo i difensori la condanna sarebbe una rappresaglia per l’articolo del 2019 in cui Safronov raccontava della vendita di jet da combattimento russi al Cairo – l’articolo fece scoppiare uno scandalo diplomatico. Secondo i suoi colleghi, che hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, “il motivo della persecuzione di Ivan Safronov non è il ‘tradimento’, che non è stato dimostrato, ma il suo lavoro giornalistico”. In un solo giorno due tribunali di Mosca hanno affossato una testata che ha rappresentato la storia del giornalismo in Russia e dimostrato che un giornalista può essere punito per tradimento anche senza prove. Il messaggio è: le inchieste si pagano care. La ruspa russa, da quando è stata invasa l’Ucraina, continua a trovare frammenti di libertà da schiacciare. Non sopporta nessuna voce di dissenso, neppure se flebile.