(foto EPA)

editoriali

Gli effetti delle sanzioni: Mosca alla ricerca disperata di chip

Redazione

L’arsenale russo è pieno di componenti occidentali, ora il Cremlino è costretto a mendicare

Le sanzioni hanno provocato un grave deficit tecnologico al ripristino delle capacità militari della Federazione russa, che dopo aver “consumato” una potenza di fuoco ampiamente al di sopra di quanto pianificato sta avendo enormi difficoltà a ripristinare il suo arsenale missilistico, obbligando l’armata russa a scavare sempre più a fondo tra le scorte del periodo sovietico. Politico ha avuto modo di vedere una lista dei componenti ricercati da Mosca, suddivisi per categorie di priorità con il prezzo che si è disposti a pagare. La provenienza dell’elenco non è del tutto verificabile, ma gli esperti militari consultati hanno confermato che è in linea con altri risultati della ricerche sull’equipaggiamento e le esigenze militari russe.

Anche se può sorprendere, la tecnologia più avanzata della lista è occidentale. Negli anni passati infatti il Cremlino ha modernizzato i suoi arsenali facendo affidamento su fornitori di semiconduttori negli Stati Uniti, nell’Unione europea e in Giappone, con l’obiettivo di arrivare  a costruire successivamente tutto per conto proprio senza però riuscirci. Ad agosto un’inchiesta di Reuters e del think tank Rusi ha mostrato che componenti di aziende tecnologiche statunitensi e occidentali erano ancora diffuse nell’equipaggiamento militare russo recuperato in Ucraina. Queste componenti fondamentali, in particolare i microchip, per la Russia sono diventate inaccessibili a causa delle sanzioni.  Mosca può accedervi attraverso un paese intermediario che acquista tali tecnologie per poi rivenderle ai russi, ma in questo modo le possibilità di rifornire gli arsenali viene comunque limitata e mette la Russia nella stessa posizione di stati come Iran e Corea del nord, che devono costantemente adoperarsi e industriarsi per aggirare le sanzioni. Non esattamente la condizione più rispettabile per il paese che prima del 24 febbraio era trattato come una potenza continentale con un seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che non veniva messo in discussione da nessuno.

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