Editoriali
Pragmatico e concreto: l'europeismo nordico di Sanna Marin
Duro con Mosca e severo sulle regole di bilancio. La delusione dei federalisti
Sanna Marin è diventata uno dei simboli dei leader moderni dell’Ue. La giovane premier socialdemocratica della Finlandia è stata in prima linea nella guerra della Russia contro l’Ucraina, fornendo prima di molti altri armi avanzate a Kyiv e sostenendo le sanzioni più dure contro Mosca. Marin ha spinto il suo paese a compiere la scelta storica dell’adesione alla Nato, rinunciando alla politica di non allineamento che aveva distinto la Finlandia dal resto dell’occidente durante la Guerra fredda. Ha saputo convincere i suoi alleati Verdi a sostenere il nucleare in Finlandia, perché le rinnovabili sono il futuro, ma non sono sufficienti. Ha mostrato che un capo di governo può essere giovane e divertirsi, tra concerti rock e feste con gli amici, senza compromettere la sua funzione. Ieri Marin ha presentato davanti al Parlamento europeo la sua visione dell’Ue.
Gli europei devono rispondere al ricatto russo sull’energia “con unità e determinazione”, ma anche “dimostrando solidarietà gli uni con gli altri e prendendo cura dei nostri cittadini”, ha detto Marin. La premier finlandese ha chiesto nuove e più dure sanzioni contro Mosca per aumentare i costi della guerra e farli sentire anche ai cittadini russi. Ma i federalisti devono essere rimasti delusi scoprendo che Marin è sì una leader europeista e di sinistra, ma nella versione nordica. La premier finlandese si è detta contraria a un aumento del bilancio dell’Ue o a un nuovo Recovery fund per crisi future. Ai suoi occhi, il compito più importante del Patto di stabilità rimane di ridurre i debiti eccessivi. Marin ha detto “no” a una revisione dei trattati perché “nel mezzo della crisi” non è il momento giusto: “I nostri cittadini non hanno chiesto cambiamenti istituzionali”, ha spiegato la premier finlandese. L’europeismo nordico di Marin può non far sognare i federalisti, ma è pragmatico e concreto.