editoriali
In Repubblica ceca c'è una piazza “salviniana” contro il premier “meloniano”
La protesta a Praga e noi. Vrabel e il suo sodale, Jiri Havel, sono dei veterani della subcultura cospiratoria anti establishment, hanno guidato le proteste contro il governo di Fiala, alleato europeo di Fratelli d'Italia. Convivenze difficili
In piazza San Venceslao a Praga, uno dei luoghi più belli della capitale ceca, dove c’è la statua equestre di San Venceslao con la scritta sullo zoccolo che molti praghesi ripetono come un adagio – “non lasciarci perire, noi e i nostri discendenti” – e da dove partirono le proteste contro l’Urss nel 1989, mercoledì c’è stata una grande manifestazione, migliaia di persone che chiedevano le dimissioni del premier, Petr Fiala, gridavano “vergogna!” e “prima i cechi” e la propaganda del Cremlino, secondo la quale le sanzioni europee sono la causa dell’inflazione e della crisi energetica, un accanimento contro Vladimir Putin che sta facendo più male all’Unione europea che alla Russia. C’erano bandiere europee con una croce rossa sopra, le bandiere con la falce e il martello e quelle dell’estrema destra. A guidare la protesta c’è l’autoproclamatosi leader Ladislav Vrabel, che si dichiara un “combattente per la libertà” contro l’Unione europea e che in passato aveva detto che era in corso “un genocidio contro i non vaccinati” al coronavirus. Si è anche candidato alle ultime parlamentari per i “Chcipl pes” che erano contro i lockdown e i vaccini.
Vrabel e il suo sodale, Jiri Havel, sono dei veterani della subcultura cospiratoria anti establishment della Repubblica ceca, attiva sui social e sempre più nelle piazze. “Il nostro governo ci sta portando sull’orlo della guerra e del collasso economico”, ha detto Vrabel prima della protesta di mercoledì, la più grande di tutte quelle organizzate dal 3 settembre scorso. L’adesione aumenta, si chiede meno Europa e meno sanzioni, e si insinua l’idea che sia l’Ue in guerra contro i suoi stessi cittadini, non la Russia contro l’Ucraina e contro l’Ue.
Il premier Fiala ha proposto un price cap sui prezzi dell’elettricità ma non ha calmato la piazza che finisce per essere un monito anche per gli altri paesi, in particolare il nostro: Fiala è un meloniano, lavora con lei nel partito europeo dei Conservatori e riformisti; la protesta potremmo tranquillamente definirla salviniana. Convivenze difficili, insomma.
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