Invece di censurare la satira, Twitter banni Khamenei
Il social del cancelletto censura il sito americano Babylon Bee, che aveva preso in giro i “maschi incinti”. Ma chi guida un regime che uccide le donne è benvenuto
Gli account Twitter, Facebook e Instagram di Donald Trump sono stati chiusi per “incitamento alla violenza”. Snapchat, TikTok, Twitch, YouTube e Reddit hanno fatto lo stesso. Per la prima volta un capo di stato in carica ha visto la propria libertà di espressione soppressa dopo l’assalto al Campidoglio, il 6 gennaio 2021.
Nulla di simile è avvenuto per l’ex primo ministro malese Mahathir bin Mohamad, che su Twitter, dopo la decapitazione di Samuel Paty, ha scritto che “i musulmani hanno il diritto di uccidere milioni di francesi”. Il tweet è stato rimosso, l’account è sempre lì. Così come continua a cinguettare ai suoi dieci milioni di follower Tareq al Suwaidan, il predicatore bandito dal Belgio, dagli Stati Uniti e dall’Italia per estremismo islamista. Cinguetta libero su Twitter Hani Ramadan, fratello di Tariq, che sostiene la lapidazione ed è stato espulso dalla Francia. Ma il caso più clamoroso è quello dell’ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema della Rivoluzione iraniana.
Su Twitter, Khamenei cinguetta in tutte le lingue, anche in italiano. Il suo regime si è appena reso colpevole dell’uccisione di dozzine di manifestanti in seguito alla morte della ragazza iraniana che portava il velo in modo “inappropriato”. Invece il sito americano di satira Babylon Bee è stato sospeso. Aveva violato “fiducia e sicurezza” per aver preso in giro Rachel Levine, che si identifica come transgender e ufficiale del Servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti. “L’uomo dell’anno di Babylon Bee è Rachel Levine”, si legge nel tweet (il sito di satira si è rifiutato di cancellare il tweet e non può usare il social da marzo). Dunque, se fai satira sui “maschi incinti” ti banno; se guidi un regime che uccide le donne, sei benvenuto. Qualcosa non va nel social del cancelletto.