Editoriali
Nasce il governo Sunak. Le Finanze restano a Hunt
Nel nuovo esecutivo inglese è stato confermato il cancelliere dello Scacchiere uscente, nominato dieci giorni fa da Truss. La sterlina si riprende
Il nuovo primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha ricevuto l’incarico oggi da re Carlo e ha subito messo mano al suo governo, cercando di dare forma al suo progetto di unità del Partito conservatore. Il Regno Unito e anche il resto dell’Europa dipendono da dodici anni dagli umori interni ai Tory inglesi, come dimostra l’attuale sfacelo sulla Brexit. Ma Sunak ha detto di volersi prendere carico delle divisioni del suo partito guidando un esecutivo di unità. Per farlo intanto ha confermato come cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, che aveva ricevuto l’incarico una decina di giorni fa dall’ex premier Liz Truss la quale sperava di salvare con lui il proprio posto. Hunt, che ha una storia di poca popolarità dentro al suo partito (alle ultime primarie estive era arrivato ultimo) e il profilo atipico di anti Brexit, è considerato oggi affidabile e in grado, assieme a Sunak, di restaurare l’immagine internazionale e sui mercati del paese, ammaccata dall’azzardo inopinato della Truss e del suo minibudget.
Oggi, per quel che vale, la sterlina ha recuperato il valore che aveva prima dell’annuncio catastrofico della Truss. Torna come vicepremier e ministro della Giustizia Dominic Raab, già ministro degli Esteri e della Brexit, molto inviso sul nostro continente. Restano al governo Ben Wallace, ministro della Difesa già con Boris Johnson, e James Cleverly agli Esteri, dove era stato nominato dalla Truss (ma è considerato un johnsoniano). Era il posto desiderato da Penny Mordaunt, che era candidata premier soltanto tre giorni fa e che invece, nonostante si fosse parlato di un patto con Sunak, mantiene il posto di Leader dei Comuni datole dalla Truss. Ritorna, con una certa sorpresa, all’Interno Suella Braverman che si era dimessa una settimana fa perché aveva infranto dei codici di condotta. Secondo la sintesi dei commentatori: è un governo con pochi guizzi, che regola i conti in sospeso con Johnson ai danni dei suoi sostenitori, ma che cerca di calibrare la competenza con la fedeltà. Meglio della Truss insomma, non era difficile.