editoriali
Non ci sono più scuse sul Mercosur
La vittoria di Lula elimina gli alibi di Macron sull’accordo di libero scambio
Non sono solo congratulazioni di rito quelle che i leader dell’Unione europea hanno inviato a Luiz Inácio Lula da Silva per la sua vittoria di un soffio su Jair Bolsonaro nelle elezioni presidenziali in Brasile. “I brasiliani hanno scelto il cambiamento”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. L’Ue lo sperava: i quattro anni di Bolsonaro sono stati segnati da crescenti tensioni, in particolare per la deforestazione dell’Amazzonia. Il Brasile non è gli Stati Uniti, ma è comunque il paese più grande dell’America latina. Oltre ad avere un peso economico crescente, è una potenza emergente chiave negli equilibri globali. L’uscita del Trump sudamericano è un sollievo. L’Ue vuole “cooperare sulle sfide globali: pace e stabilità, prosperità, cambiamento climatico”, ha spiegato Michel.
“Uniremo le nostre forze per affrontare le numerose sfide comuni e riallacciare il legame di amicizia tra i nostri due paesi”, ha detto Emmanuel Macron, che con Bolsonaro ha avuto scontri epici. Il primo test sarà l’approvazione dell’accordo di libero scambio tra l’Ue e il Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay). L’intesa politica risale al 28 giugno del 2019. Ma il via libera è stato subito bloccato dalla Francia con il pretesto della deforestazione dell’Amazzonia. In realtà, Macron ha preso in ostaggio l’accordo con il Mercorsur perché contestato dai suoi agricoltori. “Dopo le elezioni in Brasile, il cambiamento che sicuramente ci sarà può aiutare a far avanzare i negoziati con il Mercosur”, ha detto ieri Jozef Síkela, ministro per il Commercio della Repubblica ceca, che ha la presidenza di turno dell’Ue. Il cambiamento deve esserci non solo a Brasilia, ma anche a Parigi. La fine dell’èra Bolsonaro toglie un facile alibi alla Francia. Meno protezionismo agricolo da parte di Macron è essenziale per evitare che Lula cada nella tentazione di buttarsi nelle braccia della Cina.