editoriali
L'Ue pronta ad aiutare l'Italia sui migranti
Per beneficiare della solidarietà europea dovremmo accogliere e non trasferire. Il nuovo Patto si fonda su un trade-off
La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, ieri ha detto di essere pronta ad aiutare l’Italia, cercando di dare un contributo per allentare le tensioni con la Francia dopo la rottura provocata dal caso della Ocean Viking. “Pronti a sostenere”, ha detto Johansson, che oggi incontrerà a Berlino il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. La commissaria ha sottolineato che c’è stato un aumento degli arrivi nel Mediterraneo centrale e che “la maggioranza delle nazionalità” dei migranti che sbarcano “probabilmente non necessita di protezione internazionale”.
Johansson ha pronunciato un’altra frase di distensione: “La principale preoccupazione è salvare vite e il modo migliore di farlo è prevenire il fatto che le persone intraprendano questi viaggi pericolosi”. Ma non sono solo buone notizie quelle che la commissaria comunicherà a Piantedosi. L’aiuto immediato da parte dell’Ue non andrà molto oltre le intese informali già in vigore. Agli occhi di Johansson, il piano d’azione che era stato promesso dal suo collega, Margaritis Schinas, non è la soluzione. “Abbiamo bisogno di un sistema di solidarietà e responsabilità nell’Ue che funzioni. Ecco perché abbiamo proposto il nuovo Patto su migrazione e asilo”, ha detto Johansson: “Non c’è piano d’azione che possa sostituire la regolamentazione”.
Il nuovo Patto si fonda su un trade-off: più solidarietà (con dei ricollocamenti) in cambio di più responsabilità (sui movimenti secondari). In altre parole, per beneficiare della solidarietà, l’Italia dovrebbe accogliere i naufraghi e non consentire ai migranti di trasferirsi in altri paesi. I negoziati sul Patto sono ostacolati da Ungheria e Polonia, che considerano i ricollocamenti come un “pull factor”. Se Giorgia Meloni sceglierà la linea di Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki non ci sarà una maggioranza sufficiente per approvare il Patto. E l’Italia potrebbe ritrovarsi con poca solidarietà e molte responsabilità.
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