editoriali
Il legame con Truth: perché Trump (per ora) non torna su Twitter
Ci sarebbero gli interessi economici del gruppo Trump Media & Technology (Tmtg) e un accordo di non competizione dietro la scelta dell'ex presidente di rinunciare all'utilizzo del social di Elon Musk
Da pochi giorni @realDonaldTrump, l’account dell’ex presidente americano Donald Trump, è tornato su Twitter. A deciderlo è stato il nuovo capo del social network, Elon Musk, tramite un sondaggio sulla piattaforma stessa (vinto di pochi voti). Ma finora Trump ha ignorato l’invito del miliardario rimanendo su Truth Social, l’app da lui stesso cofondata dopo essere stato bandito da molte piattaforme a causa del suo coinvolgimento nell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio del 2021. La versione ufficiale dell’ex presidente, ripetuta dal suo profilo su Truth, è che Twitter è in crisi, perde utenti e che Truth è semplicemente l’alternativa migliore. In realtà c’entrano gli interessi che l’ex presidente ha nel gruppo Trump Media & Technology (Tmtg), la società che controlla Truth Social.
Trump possiede il 90 per cento di Tmtg in base anche a un accordo di non competizione da lui firmato nel febbraio del 2021, che gli impone di non usare altri servizi simili. Trump potrebbe certamente stracciare quell’accordo e tornare a twittare, ma questo sarebbe il momento peggiore per farlo, visto che l’azienda sta tentando di quotarsi in Borsa e non può permettersi di perdere l’esclusività del suo utente numero uno. Se l’ex presidente tornasse su Twitter, Truth Social, con i suoi due milioni di utenti mensili, perderebbe ragione d’esistere. E poi c’è il fattore immagine: Trump ha ignorato Musk perché non può permettersi che Truth, un prodotto legato a doppio filo con il suo brand, muoia. Probabilmente questo calcolo finirà quando la candidatura alla presidenza di Trump entrerà nel vivo e il suo account twitter, con i suoi 87 milioni di follower, tornerà a essere troppo importante per non essere usato. Il futuro a lungo termine di Truth Social è parecchio incerto.