Editoriali
“Prima la Germania!”. Il sovranismo che manca a Meloni sul Mes
Memento Europa Semper. Dei 19 stati che devono rispondere sul Fondo salva stati ne mancano solo due: il governo italiano ha deciso di aspettare la pronuncia dalla Corte costituzionale tedesca
Patriotticamente dipendenti da Berlino. Questa è la linea che il governo nato per far capire a Bruxelles che “la pacchia è finita” adotta sul Mes. La maggioranza ha approvato ieri alla Camera una mozione che impegna l’esecutivo “a non approvare il disegno di legge di ratifica della riforma del trattato istitutivo del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri stati membri”. E il senso di questa attesa è chiarito poche righe più su: “In Germania – si legge nel documento promosso dal centrodestra – la procedura risulta sospesa in attesa di una pronuncia della Corte costituzionale federale”.
Ecco, dunque, il senso del sovranismo nella concezione meloniana: Deutschland über alles! Per decidere cosa fare in Italia del nuovo Fondo salva stati, cioè, bisogna attendere le istruzioni dei giudici costituzionali di Karlsruhe. Roba che la Meloni, ai tempi in cui era “Giorgia”, avrebbe evocato come minimo un complotto. Invece ora, più semplicemente, si nasconde nelle ipocrisie. Che poi sono le stesse di chi, come Lega e FdI, interviene in Aula (con Laura Cavandoli e Marco Osnato) per denunciare il fatto che il Mes è diretto da un board di anonimi burocrati “immuni da qualsiasi forma di processo giudiziario” (sic), forse ignorando che a eleggere il capo di quel board è stato anche, non più tardi di cinque giorni fa, il ministro dell’Economia del governo Meloni, ovvero Giancarlo Giorgetti.
Che venerdì scorso ha concorso a promuovere a direttore del Mes quel Pierre Gramegna, già ministro delle Finanze lussemburghese, che nella sua lettera di candidatura scriveva: “Il mio primo e principale obiettivo sarà di accompagnare la piena ratifica e la conseguente attuazione del pacchetto di riforma del Mes”. Mancano all’appello, su 19 paesi, solo Germania e Italia. Ma a Berlino il Bundestag si è sovranamente espresso, già da mesi, e ora si attende un sovrano pronunciamento da parte della Corte costituzionale su un ricorso presentato da alcuni parlamentari tedeschi. In Italia, invece, sovranamente si attende che la Germania decida.