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Editoriali

Con il veto sui due provvedimenti chiave dell'Ue l'Ungheria rischia grosso

Redazione

Budapest mette il veto ai pacchetti di aiuti finanziari all'Ucraina per il 2023 e alla direttiva sulla tassazione minima delle multinazionali. Ma il gioco di ricatti di Orbán ha un costo

All’Ecofin di ieri l’Ungheria di Viktor Orbán ha messo il veto al pacchetto di aiuti finanziari da 18 miliardi che l’Unione europea ha promesso all’Ucraina per il 2023. Budapest ha confermato anche il suo veto alla direttiva sulla tassazione minima delle multinazionali, che l’Ue deve adottare per tenere fede all’accordo raggiunto all’Ocse lo scorso anno.

   

Mettendosi di traverso a due provvedimenti chiave per l’Ue, il premier ungherese si è lanciato in un gioco pericoloso di ricatti e contro-ricatti. Il suo obiettivo è avere il via libera al Piano nazionale di ripresa e resilienza per ottenere 5,8 miliardi dal Recovery fund ed evitare la sospensione di 7,5 miliardi di fondi della coesione per le violazioni dello stato di diritto. Prima dell’Ecofin, gli altri stati membri avevano inviato segnali di compromesso. I ministri delle Finanze dell’Ue erano pronti ad approvare il Pnrr ungherese e avevano chiesto alla Commissione di rivedere al ribasso l’ammontare di fondi della coesione da sospendere. In cambio, l’Ungheria avrebbe dovuto togliere i veti agli aiuti all’Ucraina e alla tassazione delle multinazionali.

  

Di fronte all’intransigenza di Orbán, ora l’Ecofin si prepara a piani B e rappresaglie. Per l’Ucraina significa continuare con finanziamenti occasionali invece di avere un programma che copre tutto l’anno. Per la tassazione c’è la possibilità di lanciare una cooperazione rafforzata senza l’Ungheria. Se il Pnrr non sarà approvato entro la fine dell’anno, l’Ungheria perderà definitivamente 4 miliardi del Recovery. E’ probabile che Orbán voglia cercare di strappare altre concessioni portando la questione dei fondi all’Ungheria al Consiglio europeo del 15 dicembre e costringendo i leader a scegliere tra la difesa dello stato di diritto e il funzionamento dell’Ue. Nel momento in cui l’Ungheria è sotto la pressione dei mercati, va detto a Orbán che mettersi fuori dall’Ue sullo stato di diritto o l’Ucraina ha un costo.