Editoriali
La libertà di non progettare siti web per coppie gay
Dopo il caso del pasticciere, la Corte suprema americana si è pronunciata contro una web designer che ha rifiutato due clienti per il loro orientamento sessuale
All’inizio era Jack Phillips, il pasticciere del Colorado che aveva rifiutato di realizzare torte personalizzate per i matrimoni gay: gli hanno fatto causa per discriminazione e ha vinto alla Corte suprema. Ora i nove giudici si occuperanno di un’altra obiezione alla legge antidiscriminatoria del Colorado, ma questa volta non ci si chiede se il Primo emendamento riguardi i prodotti dolciari. Lorie Smith, l’accusata, progetta siti web. In particolare, siti web per matrimoni, pur avendo specificato in anticipo che rifiuterà di lavorare su matrimoni tra persone dello stesso sesso, perché così facendo “comprometterei la mia fede cristiana”. Una giuria si è pronunciata contro la signora Smith. La legge del Colorado dice che le aziende aperte al pubblico non possono rifiutare i clienti in base all’orientamento sessuale. L’“interesse dello stato a garantire un accesso equo al mercato commerciale”, ha affermato la Corte, prevale sulle rivendicazioni di libertà di Smith. “La cosa straordinaria delle odierne guerre culturali su torte nuziali e siti web è che la libertà che Mr. Phillips e Ms. Smith reclamano sembra poca cosa accanto ad altre libertà che gli Stati Uniti hanno storicamente concesso”, scrive in un editoriale non firmato il Wall Street Journal. Nel 1943, con Hitler in marcia, la Corte suprema disse che le scuole non potevano far salutare la bandiera degli Stati Uniti ai figli dei testimoni di Geova. Allo stesso tempo, il paese si è difeso accogliendo pacifisti come quaccheri e fratelli.
La signora Smith non vuole convertire nessuno, vuole solo vendere siti web, praticare la propria fede cristiana e i cittadini del Colorado possono scegliere tra innumerevoli designer di siti web, la maggior parte dei quali servirà felicemente i matrimoni gay. Perché allora la legge non può lasciare in pace Lorie Smith? Forse perché c’è un dispotismo culturale, che anima molte di queste battaglie legali, che non accetta il pluralismo di opinioni, fedi e vedute, ma vuole obbligare tutti al conformismo di stato. Molto poco americano.